Un Orfeo per Faulkner

Guglielmo Gigliotti |  | Longiano (FC)

Un’antologica di Marcello Mascherini (Udine, 1906-Padova, 1983), allestita nelle sale della Fondazione Tito Balestra fino al 13 novembre, documenta l’attività dello scultore che portò nella contemporaneità i miti arcaici della natura. «Marcello Mascherini-Segno e scultura 1927-1980» riunisce, a cura di Giuseppe Appella, un centinaio di opere, tra sculture, disegni e incisioni, caratterizzate tutte da quel nitore di immagine e di sintesi di forme aguzze, con cui lo scultore friulano si impose sulla scena dell’arte italiana a partire dagli anni Trenta, fino ai grandi incarichi pubblici dei decenni postbellici.

«Chimere», «Fauni», essenziali nudi di donna, evocano, nei loro tratti filiformi, una condizione di purezza formale che rimanda a un mondo antico perduto. Di qui il legame dell’autore con la poesia arcaica dei lirici greci, evidente nelle illustrazioni di poesie, presentate in mostra,
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