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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliAl MoMA la nuova generazione della fotografia mondiale in edizione speciale
Per celebrare il suo trentesimo anno di età, la ormai celebre serie di mostre organizzate dal MoMA sotto il titolo di «New Photography» si regala un’edizione speciale, con 19 partecipanti provenienti da 14 Paesi, un buon numero di produzioni realizzate appositamente per l’occasione e l’annuncio del lancio online dell’intero archivio della serie.
A partire dal 7 novembre e fino al 20 marzo, le sale delle gallerie fotografiche e altri due spazi espositivi del MoMA si porranno dunque come punto di riferimento per valutare lo stato attuale della ricerca fotografica, nelle sue espressioni più contemporanee: il titolo scelto quest’anno dai curatori, Quentin Bajac, Roxana Marcoci e Lucy Gallun (rispettivamente chief, senior e assistant curator del museo), è «Ocean of Images», a rappresentare l’immensa diffusione delle immagini di origine e natura fotografica nell’era che già viene definita post internet.
In tale ricognizione, ciò che subito salta all’occhio è come in effetti anche la fotografia si sia profondamente modificata in questi ultimi anni: essa diventa sempre più parte di una ricerca che si sviluppa attraverso diversi strumenti (dalla buona vecchia macchina fotografica all’iPhone al computer allo scanner), viene diffusa attraverso vari media (dalla tradizionale stampa fotografica alla fanzine fino alla rete) e viene presentata in diverse forme, come installazione, scultura, proiezione, wallpaper.
Insomma, si scrive fotografia, ma si legge in mille modi differenti, in una varietà che risponde pienamente alle potenzialità offerte dal mondo contemporaneo a chi voglia realizzare e diffondere le immagini. A dimostrare tutto ciò, artisti che vanno dalla giovanissima russa Marina Pinsky del 1986 al più maturo canadese David Hartt del 1967, alcuni già con un notevole curriculum alle spalle (l’angolano Edson Chagas già premiato alla Biennale veneziana di due anni fa, le tedesche Katharina Gaenssler e Natalie Czech, l’inglese Mishka Henner, il collettivo statunitense Dis), altri alla prima vera ribalta mondiale (tra i numerosi, si segnalano il lituano Indre Serpytite, l’estone Katya Novitskova, l’olandese Anouk Kruithof, il giapponese Lieko Shiga).
Per una volta, non ci si può lamentare della mancanza di autori italiani, essendoci il giovane Lele Saveri, nato nel 1980, residente a New York ma romano di origine, che presenterà una nuova versione del suo «Newsstand» del 2013-14, installazione di una vera edicola portatile, che è stata presentata per la prima volta in una stazione della metropolitana a Brooklyn, nella quale la fotografia appare sotto forma di rivista, disco, manifesto, e che prevede l’interazione con il pubblico e la presenza di coautori nel corso della mostra.
In occasione della mostra verrà presentato al pubblico il volume Photography at MoMA: 1960 to now, primo di una serie di tre che vogliono costituire una sintetica storia della fotografia contemporanea attraverso le collezioni del museo newyorkese.
Tra gli autori presenti all’interno del volume, scandito da 300 immagini, ben 44 hanno partecipato a edizioni precedenti di «New Photography», a dimostrazione dell’importanza assunta nel corso degli anni da questa ricognizione.
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