Francesca Romana Miorelli
Leggi i suoi articoliFrancesca Antonacci e Damiano Lapiccirella presentano nella loro galleria romana, fino al 30 novembre, un disegno inedito attribuito a Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), preparatorio per l’«Angelo con la croce» di Ponte Sant’Angelo. Francesco Petrucci, conservatore di Palazzo Chigi in Ariccia e direttore del Museo del Barocco romano, conoscitore di Bernini, ha studiato l’opera per l’occasione (catalogo De Luca). Eseguita a penna, inchiostro e acquerello, su un foglio di 260x185 mm, proviene da Giuliano Briganti, l’autorevole storico dell’arte che lo ereditò dal padre Aldo, antiquario e collezionista romano, che a sua volta lo acquistò nel mercato anglosassone.
Nel Settecento il disegno sarebbe appartenuto a Charles Rogers, proprietario di una delle più imponenti raccolte grafiche del tempo in Gran Bretagna e promotore dell’arte grafica. La sua raccolta grafica andrà dispersa alla fine del secolo. «L’autografia del disegno si desume, oltre che dalla pertinenza al processo creativo berniniano, pure dalla provenienza da Rogers», spiega Petrucci. «Questi nel 1778 editò un’incisione di William Wynne Ryland con lo stesso soggetto del disegno.
Il foglio berniniano riporta in basso a sinistra la sigla “CR”, in altre parole le iniziali del collezionista: la stessa che appare su centinaia di disegni della medesima raccolta». Il disegno è ritenuto da Rudolph Wittkower come una replica con varianti di un disegno berniniano nelle raccolte dei Pallavicini, eredi di Clemente IX, committente della decorazione di ponte Sant’Angelo.
Infine Petrucci osserva dello stile dell’opera: «Il segno a tratti sovrapposto o raddoppiato per repentini cambiamenti d’idea e aggiustamenti formali o proporzionali, sensibile nel modulare zone d’ombra e leggero in altre, interrotto quando non è necessario nell’economia generale della composizione, sono motivi di solare e tipica autografia».
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