Si apre il 5 maggio, nella Biblioteca Braidense (dove si conserva l’autografo del Cinque maggio di Manzoni), la mostra dedicata a Napoleone nei 200 anni dalla morte. Intitolata «La Milano di Napoleone: un laboratorio di idee rivoluzionarie. 1796-1821» (fino al 10 luglio), la rassegna espone rarissimi documenti e autografi di quegli anni, in cui Napoleone intrattenne rapporti stretti con la città, mentre rivoluzionava l’assetto politico e culturale dell’Italia.
Come spiega James Bradburne, direttore della Pinacoteca e Biblioteca di Brera, «la maggior parte di noi immagina Napoleone già come un imperatore. In realtà, quando arrivò in Italia era il più giovane generale della rivoluzione francese, espressione dei valori illuministici», di cui si avvalse nel forgiare il suo rivoluzionario progetto.
La mostra, curata da Giorgio Panizza e Giulia Raboni con altri studiosi, espone 147 opere (123 della Braidense, 24 da altre istituzioni) e tre dipinti a olio di proprietà della Biblioteca: il «Ritratto di Napoleone I imperatore», 1810, di Giuseppe Diotti; il «Ritratto di Ugo Foscolo», 1822, di Filippo Pistrucci, e «Alessandro Manzoni a 20 anni», 1805, già attribuito a Maria Cosway.
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