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Un filoncino aurifero non ancora esaurito

Carla Cerutti

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La stagione del design contemporaneo si è chiusa con una sequenza di aste dai risultati decisamente positivi. Da Cambi il 21 giugno, a Genova, Gio Ponti ha fatto la parte del leone, con molti lotti venduti intorno ai 20mila euro e più, come una console-toilette in radica con specchiera di Venini del 1930 ca, esitata per 28.750 euro. Bene anche Ico Parisi, cui era attribuito un singolare mobile bar «prismatico» in legno, realizzato intorno al 1950, battuto a 10.625 euro, e Paolo Buffa, presente con una bella credenza in noce e ottone, sempre del 1950 ca, venduta a 20mila euro, il doppio della stima.

Nell’ambito dell’illuminazione, Max Ingrand ha spuntato l’aggiudicazione più alta, 20mila euro, con un lampadario a spicchi di cristallo e ottone del 1960 ca per Fontana Arte, seguito a ruota da Carlo Scarpa con 18.125 euro per una bella lampada a sospensione del 1936 in vetro cordonato di Venini. Non hanno avuto altrettanta fortuna i mastodontici lampadari prodotti da Venini nei primi anni ’50 per il Teatro Politeama di Genova, mentre hanno riscosso successo numerosi lotti anonimi ma di buon design.

La fortuna di Ponti non è stata condivisa, invece, dalle sue ceramiche: la collezione di porcellane e maioliche, disegnate e realizzate per la Richard-Ginori tra il 1923 e il 1930, offerta il 23 giugno a Firenze da Pandolfini, ha venduto solo 5 pezzi su 21 e i prezzi più alti sono stati i 10mila euro per la coppa «Il pellegrino di Montesanto» del 1925 e gli 11.250 per una coppia di vasi piumati, verde e oro, del 1926. Esito più felice ha avuto, il 29 giugno a Milano da Il Ponte, un lotto di otto disegni e lettere autografe dell’architetto milanese, inviate a un redattore della rivista «Domus» tra il 1967 e il 1977, vendute a 11.875 euro partendo da una stima di 2.200-2.500.

Nell’ambito della stessa vendita, che ha totalizzato 1.007.987 euro, un gruppo di arredi realizzati negli anni ’50 dallo studio d’architettura Bbpr ha ottenuto risultati sorprendenti; tra questi il tavolo-console a losanga in marmo verde delle Alpi, venduto a 57.500 euro partendo da una stima di 6-8mila, e il monumentale lampadario in ottone e vetro stampato, venduto a 55mila con una stima di partenza di 7-8mila. Dopo Ponti e lo studio Bbpr, un altro fondamentale e rigoroso interprete dell’architettura e del design lombardo, Franco Albini, è stato il protagonista dell’ultima asta di Della Rocca a Torino, il 30 giugno: 29.520 euro per una coppia di rare poltrone «Fiorenza» prodotte da Arflex nel 1955 e stimate 8-10mila euro.

Più modesti i risultati della vendita tenuta, sempre nel capoluogo piemontese, da Sant’Agostino il 5 luglio: il prezzo più alto, 14mila euro, è stato pagato per una coppia di poltrone in acciaio cromato e plastica, con rivestimento in pelle, prodotte nel 1972 dal Mobilier International Brazil su disegno di Oscar Niemeyer.

Crescente e determinante, in tutti questi appuntamenti, l’interesse dei compratori stranieri, indubbiamente motivato dalla differenza di prezzi che persiste tra il nostro mercato e quello internazionale: da Cambi, ad esempio, una scrivania in metallo rivestito in vinilpelle, ottone, noce e cristallo Vitrex, disegnata da Silvio Berrone nel 1957 per gli uffici della Bialetti a Omegna e stimata 5mila euro è stata aggiudicata per 8.500, cifra inferiore non solo ai 12.500 euro (diritti esclusi) spuntati da un esemplare identico nel 2015 da Boetto a Genova, ma anche alle quotazioni straniere.

Sul mercato statunitense, infatti, questa scrivania è quotata 18-26mila euro: nel dicembre 2013, un esemplare è stato venduto da Wright a Chicago per 16.600  euro. Nella stessa asta di Cambi, una libreria da centro girevole in palissandro e metallo, disegnata nel 1960 da Claudio Salocchi per Sormani, è stata venduta per 8.500 euro, mentre da Piasa a Parigi, nel novembre del 2014, un esemplare analogo era stato battuto per ben 59.972 euro.

D’altronde una delle ultime importanti aste internazionali di design, organizzata da Bonhams a New York lo scorso 21 giugno, ha visto la dispersione di arredi di Le Corbusier e di Pierre Jeanneret, disegnati negli anni Cinquanta appositamente per la città di Chandigarh, nell’India settentrionale, con aggiudicazioni oscillanti tra i 24mila e i 66mila euro; nella medesima, selezionatissima tornata, due vasi canopi in vetro soffiato, pezzi unici dell’arcaico ed eccentrico maestro vetraio americano William Morris, «Panther» del 1992 e «African Bull» del 1995, sono stati venduti rispettivamente per 169mila e 200mila euro, decisamente al di sopra delle aspettative.

Carla Cerutti, 12 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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