Un Archivio, una Fondazione e una mostra per Maria Lai

Numerose le iniziative per preservare e celebrare le opere dell’artista sarda

«Telaio ferro» di Maria Lai © Giorgio Dettori «Profezie» di Maria Lai © Giorgio Dettori
Elsa Pascalis |

Libri fatti di stoffe, scritture fantastiche, telai, pani delle feste, mappe improbabili. Sono le opere attraverso cui l’artista ogliastrina Maria Lai esprime la sua idea di arte e racconta l’isola, i luoghi della sua infanzia e il legame con la famiglia. Ed è proprio per volere della famiglia, nello specifico della nipote e unica erede, Maria Sofia Pisu, che nel 2016 nasce l’Archivio Maria Lai, dedito alla ricerca e catalogazione di tutte le opere da lei prodotte, oltre che alla ricostruzione della sua poetica.

Un punto di riferimento per l’autenticazione di opere, spesso non firmate, che si avvale della collaborazione di un comitato scientifico composto da storici dell’arte, collezionisti, critici e dirigenti di importanti musei nazionali. Per suggellare attraverso l’arte il legame simbolico e rituale con le sue radici, da qualche tempo si affianca all’Archivio l’omonima Fondazione, così che la poesia universale di Maria Lai continui il suo processo di trasformazione attraverso documentazioni per tesi e studi monografici, spunti di confronto con altri artisti, convegni, mostre e pubblicazioni.

Ora la Cantina Jerzu Antichi Poderi affida alla Fondazione il nuovo spazio museale dedicato all’arte, inaugurato la scorsa estate con la mostra «Ricucire il dolore, tessere la speranza: la Via Crucis di Maria Lai», conclusasi lo scorso settembre, curata da Micol Forti, curatrice della Collezione d’arte moderna e contemporanea dei Musei Vaticani: circa 70 opere, per la maggior parte inedite, legate alla Via Crucis che Maria Lai realizzò nel 1981 per poi donarle alla parrocchia di Ulassai, suo paese natale.

In attesa dell’uscita in libreria del relativo catalogo, la Fondazione Maria Lai con 5 Continents Editions di Milano ha pubblicato nel 2021 Maria Lai. Legarsi alla montagna, dedicato alla performance d’arte relazionale che dà il titolo al libro, di cui si celebrano i 40 anni, e Maria Lai. I luoghi dell’arte a portata di mano.

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