Può finalmente inaugurare «Annibale Carracci. Gli affreschi della Cappella Herrera», la mostra organizzata dal Museo del Prado di Madrid, il Museu Nacional d’Art de Catalunya (Mnac) di Barcellona e Palazzo Barberini di Roma, prevista per il 2020 e posticipata per il Covid. Le tre istituzioni si sono unite per presentare un insieme di dipinti murali di straordinaria importanza: gli affreschi realizzati da Annibale Carracci (Bologna, 1550 - Roma, 1609) e dai suoi allievi per la cappella di Juan Enríquez de Herrera, nella Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli a Roma.

«Sarà la prima volta che tutti gli affreschi della cappella, salvo i tre frammenti di cui si sono perse le tracce, vengono riuniti da quando nel 1833 furono staccati e trasferiti su tela, per essere inviati in Spagna. Attualmente sette sono conservati al Prado e nove al Mnac», spiega il curatore del progetto Andrés Úbeda, vicedirettore del Museo del Prado e supervisore del programma di restauro delle collezioni.

Insieme alle pitture murali, restaurate per l’occasione, saranno esposti disegni, stampe e libri, legati a questo progetto, attribuiti a Carracci o alla sua scuola. Tra questi spiccano gli studi di Annibale Carracci per san Giovanni Evangelista e san Lorenzo, così come i cartoni dell’uomo che fa l’elemosina, dell’angelo, del padre superiore e del monaco francescano, nella collezione privata della regina Elisabetta II d’Inghilterra.

Il Prado contribuisce alla mostra anche con il prestito di «San Diego di Alcalá e il miracolo delle rose» di Francisco de Zurbarán. Oltre agli affreschi, tra gli elementi pittorici della cappella spicca la pala che sovrastava l’altare della Cappella Herrera, rimasta sempre a Roma e conservata nella Chiesa di Santa Maria in Monserrato degli Spagnoli, dedicata alla Madonna venerata nel monastero catalano di Montserrat.

Dopo il Prado (8 marzo-12 giugno), la mostra sarà al Mnac (1 luglio-2 ottobre) e terminerà il suo percorso a Palazzo Barberini (4 novembre-5 febbraio 2023). Nel 1602, il banchiere castigliano Juan Enríquez de Herrera acquistò uno spazio nella Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli a Roma, per dedicare una cappella votiva al francescano san Diego de Alcalá, in segno di ringraziamento per la guarigione del figlio.

La decorazione murale fu affidata ad Annibale Carracci, all’epoca uno dei pittori più quotati, che ideò l’insieme, realizzò i cartoni preparatori e iniziò a lavorare agli affreschi. Nel 1605 una grave malattia lo obbligò a delegare l’esecuzione ai suoi più stretti collaboratori, Francesco Albani, Giovanni Lanfranco, Sisto Badalocchio e il giovane Domenichino, che terminarono l’opera verso la fine del 1606. Nel 1818 la chiesa fu sconsacrata e pochi anni dopo gli affreschi furono rimossi.