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Nicola Pirulli
Leggi i suoi articoliDialogo fra arte e industria, sperimentazione, coinvolgimento del pubblico come parte attiva nella realizzazione di un’opera d’arte: con queste e altre motivazioni, il Premio Ermanno Casoli, giunto alla XVI edizione, è stato attribuito ad Andrea Mastrovito (Bergamo, 1978).
Opere, installazioni e performance che scardinano l’ordine precostituito di situazioni e ambienti espositivi sono la cifra caratteristica dell’arte di Mastrovito (i cui lavori sono in mostra, tra gli altri, al MaXXI di Roma, al Museo del Novecento di Milano, al Mart di Rovereto, alla Manchester Art Gallery), che in questa occasione ha lavorato nello stabilimento farmaceutico Angelini di Ancona, insieme a cento dipendenti con i quali ha dato vita a «Vitriol», serie di sette interventi su sette muri della fabbrica (incisione su intonaco e mattone (670x236 cm) sul muro esterno, che mette in risalto la relazione tra medicina e mondo vegetale).
«Mi è bastato disegnare il campo da gioco, le aree, i “fuori” e i “dentro” e poi gettare il pallone in mezzo al campo, ha spiegato Mastrovito: lì i dipendenti di Angelini hanno giocato liberamente, restituendomi un risultato a dir poco incredibile considerando le difficoltà estreme di certe pareti». Il fil rouge del percorso intrapreso da artista e dipendenti, anche in un’ottica di formazione reciproca, gioco di squadra, sono state le polveri generate dal lavoro sui muri, raccolte ed esposte come parte costitutiva dell’opera finale, vero e proprio «principio attivo», pari a quelli realizzati dall’azienda.
Il Premio, a cura di Marcello Smarrelli (Roma, 1962, storico dell’arte, curatore e direttore artistico della Fondazione Casoli e del Pastificio Cerere di Roma), è assegnato dalla Fondazione Ermanno Casoli (Fec). Nata nel 2007 in memoria del fondatore dell’impresa Elica (purificazione aria), la Fec si dedica a sviluppare iniziative che mettano in contatto mondo dell’arte e delle imprese, attraverso la mediazione di specialisti e la collaborazione con artisti contemporanei.
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