«Na zámku La Coste / Al castello La Coste» di Toyen (1943) © VG Bild-Kunst, Bonn 2021. Foto © Galleria Nazionale, Praga 2021

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«Na zámku La Coste / Al castello La Coste» di Toyen (1943) © VG Bild-Kunst, Bonn 2021. Foto © Galleria Nazionale, Praga 2021

Toyen cittadina del mondo

Per la prima grande monografica fuori dai confini dell’ex Cecoslovacchia, la Kunsthalle di Amburgo ha raccolto oltre 300 lavori afferenti a tutte le sue fasi creative

Non è passato inosservato il successo di pubblico riscosso dalla mostra sulle artiste surrealiste, allestita poco più d’un anno fa dalla Schirn Kunsthalle Francoforte, L’Hamburger Kunsthalle ne raccoglie il testimone dedicando una monografica a Toyen, al secolo Marie Čermínová (1902-80), nel gruppo di quelle grandi donne che eccelsero al loro tempo nella corrente del Surrealismo e pressoché cancellate da una retorica piuttosto sessista della storia dell’arte del secondo dopoguerra.

Lo stesso André Breton, nelle faccende di genere tutt’altro che d’ampie vedute, ne lodò in vita l’opera rivoluzionaria nella sua Parigi. Semplicemente intitolata «Toyen», dallo pseudonimo che Marie scelse per sé derivandolo dal francese «citoyen», la mostra amburghese in scena fino al 13 febbraio è un viaggio imperdibile nella vita e nell’arte d’una coraggiosa cittadina del mondo e attraversatrice di confini, capace d’immagini tanto poetiche quanto provocatorie e di seducenti, continue oscillazioni tra la realtà e l’immaginazione.

Per questa prima grande monografica fuori dai confini dell’ex Cecoslovacchia, la Kunsthalle ne ha raccolto oltre 300 lavori afferenti a tutte le sue fasi creative: dipinti, disegni, collage, illustrazioni, stampe e molti documenti inediti, come fotografie, lettere e altri scritti a comporre l’affresco di una vita d’artista tutt’altro che convenzionale.

«Na zámku La Coste / Al castello La Coste» di Toyen (1943) © VG Bild-Kunst, Bonn 2021. Foto © Galleria Nazionale, Praga 2021

Francesca Petretto, 22 dicembre 2021 | © Riproduzione riservata

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Toyen cittadina del mondo | Francesca Petretto

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