Togliete la mia firma

L’ingresso del Mudec, inaugurato il 27 marzo.
Michele Roda |

«Togliete la mia firma!». La diffida di David Chipperfield dall’associare il suo nome al nuovo Mudec, il Museo delle Culture di Milano, pone fragorosamente una questione centrale del rapporto tra architettura, progettista e committente. Peraltro risollecitata (pochi giorni dopo la presa di posizione pubblica di metà marzo dell’architetto britannico) dallo scenografo Dante Ferretti che di fronte ai ritardi che sembravano pregiudicare il completamento dell’allestimento progettato per il Decumano di Expo aveva fatto analoga richiesta sostenendo che «la realizzazione parziale sarebbe una grave lesione della integrità dell’opera dell’ingegno tutelata dalla legge sul diritto d’autore».
Rientrata a stretto giro la polemica su Expo (con rassicurazioni rispetto al completamento dell’idea iniziale), la querelle Chipperfield-Comune continua azzoppando, in parte, il risultato di aver aperto a fine marzo (almeno in via
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© Riproduzione riservata particolari della posa della pietra lavica, giudicata inadeguata dal progettista britannico David Chipperfield particolari della posa della pietra lavica, giudicata inadeguata dal progettista britannico David Chipperfield
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