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Timbri, fumetti e zolfo

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Oltre alla mostra su Marisa Merz e Mario Merz aperta sino al 12 giugno, all’antologica di Gillo Dorfles (sino al 5 maggio) e, sino al 17 aprile, alla rassegna «Egosuperegoalterego» al Macro di via Nizza si possono vedere il nuovo appuntamento del ciclo «Appunti di una generazione» curato da Costantino D’Orazio e una personale intitolata «Remotti di carta», curata da Gianluca Marziani. Fino al 15 maggio, «Appunti di una generazione», un ciclo che indaga la ricerche italiane emerse negli anni ’90, mette a confronto Federico Pietrella (1973) e Donatella Spaziani (1970). Pietrella dispone tre quadri frutto di un’accumulazione progressiva d’impronte stampigliate con un timbro che reca la data del giorno in cui ha lavorato; si stabilisce così un rapporto tra i soggetti di vita quotidiana e la memoria visiva del tempo servito all’esecuzione del quadro.

La Spaziani ha invece concepito un’installazione servendosi di vecchi televisori, che al posto dello schermo mostrano autoscatti fatti dall’artista fin da quando ha usato la camera digitale: un viaggio à rebours che trasforma il suo corpo in un «modulor» dello spazio vissuto. Fino al 30 marzo di Remo Remotti (1924-2015), artista e scrittore militante, si vedono tre cicli di fumetti, densi di valori ideologici e sociali.

Al Macro Testaccio fino al 29 marzo l’azero Faig Ahmed (1982) nella mostra «Points of Perception», curata da Claudio Libero Pisano, propone installazioni, video e i suoi «carpet works» che si ispirano a tradizioni del suo Paese, come il poderoso «Wave» (2016). Il persiano Bizhan Bassiri (1954) nella personale «La riserva aurea del pensiero magmatico», a cura di Bruno Corà, prosegue la strada avviata con il «Manifesto del pensiero magmatico» (1984): un’installazione ambientale di lavori a carattere simbolico, tra cui 32 erme ricoperte di zolfo.

Redazione GDA, 21 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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