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In anteprima mondiale i teatri italiani
- Ilaria Speri
- 10 giugno 2017
- 00’minuti di lettura


Sugimoto inedito
In anteprima mondiale i teatri italiani
- Ilaria Speri
- 10 giugno 2017
- 00’minuti di lettura
Ilaria Speri
Leggi i suoi articoliL’artista giapponese Hiroshi Sugimoto (Tokyo, 1948) presenta in Italia una nuova serie di venti fotografie inedite, in mostra in anteprima mondiale alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo fino al primo ottobre. A cura di Filippo Maggia e Irene Calderoni, «Le Notti Bianche» è il risultato di tre anni di lavoro durante i quali l’artista, dopo una pausa di dodici anni, è tornato a rivolgere lo sguardo verso gli spazi teatrali e cinematografici: «Volevo riportare gli spiriti ai teatri defunti» ha dichiarato.
La mostra si colloca in continuità con la serie «Theatres», avviata a metà degli anni Settanta e tra le più celebri insieme a «Dioramas» e «Wax Museums», dedicate ai luoghi adibiti alla conservazione della memoria collettiva, e a «Seascapes», che interpreta nel rapporto tra mare e cielo con l’orizzonte che li separa le origini dell’uomo, il tempo che si rigenera e ripete, il continuo arricchirsi della storia. Prima nei teatri, poi nei drive-in, Sugimoto riprendeva lo schermo posto sul palco per tutta la durata della proiezione in corso, con l’obiettivo di raccogliere in un unico scatto la moltitudine di immagini racchiuse nella pellicola cinematografica, fino a farle svanire in un rettangolo di luce.
In aggiunta, in questa occasione, dedicata interamente ai teatri storici italiani (dal Carignano di Torino all’Olimpico di Vicenza, dal Sociale di Bergamo a Villa Aldrovandi Mazzacorati a Bologna, o ancora il Teatro dei Rinnovati di Siena e il Teatro Scientifico di Bibiena), abbiamo per la prima volta l’occasione di osservarne anche il controcampo: un omaggio all’architettura di questi luoghi, altrettanto capaci di addensare nelle loro platee e gallerie le memorie dei secoli trascorsi.
«Voglio che i film rappresentino il vuoto nelle mie opere. Allo stesso modo fanno le poltrone vuote», spiega l’artista riguardo a questo inedito ribaltamento di prospettiva. Le scelte formali sono quelle che da sempre ne contraddistinguono l’opera, caratterizzata dall’uso di apparecchi fotografici di grande formato e monumentali stampe in bianco e nero.
Dopo la mostra Sugimoto tornerà a dedicarsi alla sua fondazione, la Odawara Art Foundation, da lui avviata nel 2009 con l’obiettivo di promuovere le arti visive e performative giapponesi, la cui nuova sede, attualmente in costruzione, aprirà al pubblico il prossimo 9 ottobre nell’omonima città del distretto di Kanagawa, in Giappone.