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Il Governatore della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini

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Il Governatore della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini

Stefano Bonaccini: il governatore cowboy

Sostiene le istituzioni e la creatività del territorio emiliano convinto che farà della sua regione il terzo polo dell’industria culturale italiana, dopo Milano e Roma

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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Stefano Bonaccini (Campogalliano, Mo, 1967), è Governatore della Regione Emilia-Romagna dal 2014. Dal 2017 è il primo politico e amministratore italiano presidente del Cemr, il Consiglio delle Città e delle Regioni d’Europa. Detto «Il cowboy», per il suo approccio diretto e pragmatico, è appassionato di musica, in particolare contemporanea, e di cinema, e ci ha illustrato la sua poliedrica visione del ruolo dell’arte e della cultura. «Parlare di cultura, in relazione all’Emilia-Romagna, potrebbe essere semplice e complicato. Arte e spettacolo, la cultura in tutte le sue forme, sono fattori centrali della competitività e dell’attrattività di questa regione. Ma allo stesso tempo sono elementi fondanti di una identità. Da sempre consideriamo la cultura un motore di sviluppo sociale e democratico, di crescita personale e collettiva, di pensiero. Non a caso, spesso, la diseguaglianza sociale si accompagna a un dislivello culturale ed è necessario che le istituzioni, insieme alla fitta rete sociale, forniscano strumenti che affrontino questa differenza».
A dire il vero, lei ha sempre evidenziato il rapporto immediato fra cultura ed economia.
La cultura in Emilia-Romagna è una straordinaria industria che crea lavoro. Anche per questo, negli ultimi anni, abbiamo triplicato le risorse per il settore, con la consapevolezza che per ogni euro investito dal Pubblico il sistema ne ha generati almeno cinque. Per questo sosteniamo le istituzioni culturali e l’industria creativa del nostro territorio: anche così cresce la società e si crea occupazione. La relazione tra cultura ed economia è di qualità se mette in primo piano le persone. La mia amministrazione ha approvato in questi anni leggi importanti: per il cinema e l’audiovisivo, per la musica (tanto più significativa nella terra di Verdi, Toscanini, Pavarotti, Dalla e tantissimi altri cantautori contemporanei), sullo Spettacolo dal vivo (si pensi all’Arena Campovolo di Reggio Emilia, fra le aree concerto più grandi d’Europa), tutte dimostrano come queste arti siano in primo luogo fattori di accrescimento comune, vere e proprie filiere industriali.
E quanto alle arti visive?
Il patrimonio artistico regionale, quindi le arti tutte a partire dalle arti visive, sono la base della nostra volontà di essere il terzo polo dell’industria culturale italiana, dopo Milano e Roma, volontà corroborata anche dalla programmazione regionale dei Fondi Europei. Il nostro patrimonio culturale regionale è sterminato e variegato. Le nostre città d’arte, i beni culturali, i musei, le infrastrutture dedicate allo spettacolo, i teatri storici della grande tradizione lirica, i cinema, i mille spazi dove si producono e si fruiscono creatività ed estro mostrano in modo eloquente cosa sia la cultura per questa terra e come essa ne sia a propria volta caratterizzata. Basti pensare agli spettacoli di eccellenza e alle grandi mostre, dalla pittura all’architettura alla fotografia. Questo ci porta a essere sempre più impegnati nella valorizzazione e nel sostegno dei beni culturali, nell’incentivare ogni forma d’arte fino alla formazione per le professioni dell’economia cosiddetta «arancione». Un sostegno che interessa per esempio le scuole nell’alfabetizzazione musicale, o le nuove produzioni, gli autori, la nascita di nuove imprese, anche attraverso la Music Commission istituita nel 2019, la prima in Italia.
Un’attenzione particolare mi pare che lei la riservi al cinema.
Esattamente. Come per l’arte tradizionalmente intesa e per la musica, la Regione ha supportato rassegne e iniziative di diffusione della cultura cinematografica, la programmazione delle sale (di cui è stato promosso restauro e ammodernamento, soprattutto nei piccoli centri) e lo sviluppo di nuove produzioni per potenziare, con la Film Commission, l’attrattività del territorio come set cinematografico. Se pensiamo al cinema, le sue storie e i suoi autori possono svelare un territorio in un modo unico. Da questa consapevolezza sono nati gli itinerari di cineturismo per condurre i viaggiatori in luoghi evocativi di set cinematografici o significativi per la vita o l’universo creativo di un autore, così da promuovere l’Emilia-Romagna in un modo nuovo. Basti pensare alla Via Emilia, dalla Rimini di Fellini alla Piacenza di Bellocchio o viceversa, e in mezzo i luoghi di Avati, Cavani, Zavattini, Rambaldi, Antonioni, Bertolucci, Guareschi, Pasolini, Zurlini, Vancini, Diritti, Celati, Quilici, Mingozzi e tanti altri ancora. Abbiamo previsto progetti per incentivare l’attrazione di nuove produzioni cinematografiche, e anche questo significa rendere competitivo un sistema culturale, contribuendo alla nascita di nuove industrie culturali e creative, che l’Unione Europea considera tra le realtà a maggior potenziale di sviluppo nell’ambito della programmazione dei Fondi Europei 2021-27.
È un messaggio che vuole lanciare?
Ho descritto fin qui una molteplicità di azioni e di interventi con cui la Regione ha voluto mettere al centro le città, la qualità della vita, il turismo sostenibile e lo sviluppo diffuso, creando un’osmosi fra beni culturali, imprese e competenze creative. Ma la Cultura, per me e per la mia Amministrazione, è anche qualcosa di più. Ce ne rendiamo conto in questi mesi di guerra in cui la nostra regione è attraversata da iniziative per la pace in Ucraina, dalle tournée delle compagnie di Kiev fino ad appuntamenti come quello di aprile in piazza Maggiore a Bologna, il «concertone» dove la musica ha chiesto che tacciano le armi. A ogni livello, con decine di iniziative, ci si sta impegnando per ospitare un messaggio culturale che porti una parola di speranza e un impulso alla convivenza.

Il Governatore della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 02 giugno 2022 | © Riproduzione riservata

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