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Michela Moro
Leggi i suoi articoliDal 1991 la Gamec, Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo, è il punto focale dell’arte contemporanea in città, accostando alla collezione permanente una fitta programmazione di mostre temporanee che nel tempo hanno coinvolto dagli artisti bergamaschi ai nomi più interessanti della scena internazionale. Situato nell’ex monastero delle Servite e delle Dimesse, già sede del 5° Reggimento Alpini, l’edificio è stato recuperato alla funzione attuale grazie al restauro dell’architetto Vittorio Gregotti realizzato dal Comune di Bergamo e dal Credito Bergamasco ed è connesso al Parco Suardi con una passerella in fase di progettazione.
Il Museo si trova di fronte all’Accademia Carrara, della quale costituisce un ampliamento formatosi grazie ad acquisti, lasciti e depositi di privati. Allestita in dieci sale su tre piani per un totale di circa 1.500 metri quadrati, la collezione permanente è divisa in quattro nuclei principali: la Collezione Manzù, la Raccolta Spajani, la Raccolta Stucchi e la sala Caleidoscopio. Comprende sculture, dipinti e disegni di artisti italiani e stranieri del Novecento, un nucleo di modelli per medaglie donati da Vittorio Lorioli, acqueforti di Trento Longaretti, incisioni di Giovanni Fattori e Carlo Carrà, due ambienti futuribili di Joe Colombo e un archivio di 623 fotografie. La galleria ospita anche opere di disegno industriale, come le creazioni di Pio Manzù «Parentesi» e «Fiat 127». Nella Raccolta Spajani sono compresi piccoli capolavori di Vasilij Kandinskij, Umberto Boccioni, Giorgio de Chirico, Alberto Savinio, Giorgio Morandi e Giacomo Balla.
Per quanto riguarda le esposizioni temporanee, fino al 15 maggio si può visitare la personale di Ryan McGinley intitolata «The Four Seasons». L’artista americano utilizza la fotografia per analizzare le tematiche della giovinezza, della libertà, dell’edonismo, degli eccessi, dello spirito vitale e del rapporto tra uomo e natura, creando opere ricche di forza, attrazione e fascinazione. Il percorso include oltre quaranta lavori di medio e grande formato selezionati dal curatore Stefano Raimondi. Nelle stesse date si può inoltre ammirare «Reasons» di Rashid Johnson, personale il cui titolo, che tradotto significa ragioni, allude ai motivi che spingono l’autore a generare l’opera. L’artista, nato a Chicago nel 1977, presenta dipinti, video, sculture e installazioni. Nelle sue opere, materiali del passato della cultura afroamericana si assemblano per diventare oggetti di una narrazione di più ampio respiro.
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