«Concetto spaziale» (1961) di Lucio Fontana, Busto Arsizio (Va), Collezione Merlini

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«Concetto spaziale» (1961) di Lucio Fontana, Busto Arsizio (Va), Collezione Merlini

Spazialisti nel regno di Peggy

Quando Fontana sbarcò in Laguna

La mostra «Spazialisti a Venezia», espone a cura di Giovanni Granzotto 150 opere nelle due sedi di Piazza San Marco e di Palazzetto Tito della Fondazione Bevilacqua La Masa, dal 14 luglio al 16 settembre. Inevitabile un omaggio a Lucio Fontana, il fondatore dello Spazialismo, a cinquant’anni dalla sua morte, di cui sono esposte una decina di opere, dalle ceramiche a una tela della serie «Venezia», relative agli anni Cinquanta.

Non mancano esempi i tagli, come «Concetto spaziale» del 1959. L’azione di Fontana, grazie ai suoi Manifesti, a cui aderirono autori del calibro di Bacci («Avvenimento», 1956), Tancredi o di Gino Morandis, fu determinante per il successo del movimento, supportato dall’attività della galleria Il Cavallino di Carlo Cardazzo e sotto l’occhio di Peggy Guggenheim. Per alcuni di questi artisti lo Spazialismo rappresentò una fase di transizione: è il caso di Guidi prima delle sue celebri «lagune» o Deluigi prima dei suoi «grattage».

Insieme a questi autori vanno citati gli allora più giovani Finzi, Licata, Rampin e Vianello mentre, in un panorama quasi tutto pittorico sia pure con continue contaminazioni nell’ambito della ceramica e del vetro, fa eccezione la scultura di De Toffoli. Da citare, infine, i coniugi Luciano Gaspari e Bruna Gasparini che per molti anni rappresentarono la continuità dello Spazialismo. A Forte Marghera, in terraferma, la sezione dedicata alla grafica.

«Concetto spaziale» (1961) di Lucio Fontana, Busto Arsizio (Va), Collezione Merlini

Lidia Panzeri, 14 luglio 2018 | © Riproduzione riservata

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Spazialisti nel regno di Peggy | Lidia Panzeri

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