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Sottostimati

Carla Cerutti

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Un’apertura di stagione tutta internazionale per il design e le arti decorative del XX secolo, a cominciare da Piasa che, a Parigi lo scorso 17 febbraio, ha confermato l’ascesa del design scandinavo. In tre ore di frenetiche offerte, collezionisti internazionali si sono contesi 255 lotti per un totale di 1,95 milioni di euro. Il top price di 188.400 euro è stato battuto per un letto da giorno PK 80, montato in acciaio, del designer danese Poul Kjærholm (1959).

Una consistente sezione della vendita era dedicata alle note ceramiche di Axel Salto, del quale un vaso in grès smaltato della serie «Sprouting» ha superato generosamente la stima (35-45mila euro) con un’aggiudicazione di 114mila. Anche le lampade erano presenti con esempi di richiamo, come la lampada da pianoforte del 1931 di Poul Henningsen, venduta per 56.670 euro.

Artcurial, sempre a Parigi, ha esitato il 23 febbraio parte della sterminata collezione di Pierre Hebey, affermato avvocato e collezionista instancabile, oltre che scrittore, con una spiccata passione per l’Art Déco, la scultura in bronzo dell’800, i libri d’arte e l’arte moderna e contemporanea. La sezione dedicata all’Art Nouveau e Déco, costituita da circa 180 lotti, ha totalizzato 878.651 euro, sensibilmente sotto le aspettative a causa di un buon numero d’invenduti, tra cui alcuni pezzi di Eugène Printz, Jean Dunand e Ruhlmann, su cui si basava il successo dell’evento. Tuttavia la tornata ha registrato qualche risultato degno di nota, tra cui un lit d’apparat realizzato da Carlo Bugatti intorno al 1902 e battuto per 73.720 euro contro una stima di 10-12mila.

Il giorno successivo, il 24, un’altra collezione, quella del connoisseur e filantropo Roberto Polo, è stata proposta con maggior successo da Sotheby’s a Londra: 2,66 milioni di euro per 176 lotti che spaziavano dall’eclettismo vittoriano, influenzato dal Giapponismo emergente, fino alle declinazioni più pure della Wiener Werkstätte. Tra queste, un candido stipo di Koloman Moser del 1905 impreziosito da un pannello in argento e lapislazzuli raffigurante una tipica bellezza klimtiana: stimato 95-120mila euro, è stato venduto per 211.700.

Infine il 2 marzo, sempre Sotheby’s, ma a New York, ha proposto un’ampia selezione di oggetti e arredi, con superbi esempi di Tiffany, del Secessionismo austriaco, dell’Art Nouveau e Déco, del Modernismo. Si vendevano opere provenienti da famose collezioni private, come quella dell’ex ceo della casa d’aste A. Alfred Taubman, di Jules e Gladys Reiner, oltre alle collezioni Warshawsky e Utterberg, circa 350 lotti che hanno totalizzato poco più di 3,2 milioni di euro.

Benissimo Tiffany, del quale una lampada da terra «Dragonfly» è stata battuta per 149.500 euro, ma ottimi risultati anche per Gallé, Daum e la pâte de verre francese. Tra tanti nomi altisonanti, curiosamente il prezzo più alto è stato pagato per un paravento del 1925 ca, in legno laccato e placche in bronzo dorato squisitamente déco, firmato da un pressoché sconosciuto A. Soleau: stimato 4.600-6.400 euro è stato aggiudicato per 172.500.

Nella stessa tendenza si può collocare la vendita per 103.500 euro di una grande lampada da terra a forma di urna, in metallo patinato e intarsiato in argento, del 1934 ca ad opera di Fernand Grange, designer non celeberrimo conosciuto soprattutto per questo genere di creazioni: la stima era, più modestamente, di 9-14mila euro.

Carla Cerutti, 13 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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