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Un particolare degli affreschi di Francesco Solimena del 1697 che decorano la chiesa di San Nicola alla Carità a Napoli

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Un particolare degli affreschi di Francesco Solimena del 1697 che decorano la chiesa di San Nicola alla Carità a Napoli

Solimena, De Mura e De Matteis sono salvi

Nel drammatico panorama napoletano restaurati gli affreschi di San Nicola alla Carità

Dopo due anni di complessi interventi strutturali e restauri gli affreschi di Francesco Solimena del 1697 che decorano volta e pareti della Chiesa di San Nicola alla Carità a Napoli, hanno scampato il crollo. Delle 203 chiese antiche del centro storico, molte in rovina, solo 70 sono rimaste aperte al culto; 50 ormai trasformate in officine o abitazioni, le altre, depredate di tutti gli arredi, sono lasciate ai vandali come Santa Croce e Purgatorio al Mercato che, sempre in attesa di restauri fantasma, è stata chiusa e spogliata delle preziose acquasantiere e del grande putto settecentesco dell’altare maggiore, opera di Angelo Vivo.

«Nello sfacelo di questo contesto grazie al parroco di San Nicola alla Carità don Mario Rega, che si batte da anni, anche a sue spese, per salvare la sua chiesa e le opere che custodisce, gli affreschi di Solimena, De Mura e De Matteis sono salvi», ha comunicato Antonio Pariante del Comitato Civico di Portosalvo che con i suoi appelli ha affiancato il parroco nella raccolta di fondi per la chiesa di proprietà dell’Ordine dei Pii Operai Catechisti Rurali.

Non appena ha notato le crepe della volta il parroco ha chiesto contributi ai fedeli: «Raccoglievo oboli anche da un euro e annotavo in un taccuino le cifre, ma il tempo correva e le fessure diventavano più profonde, così ho chiamato gli operai della congregazione e ho trovato ingegneri e architetti disposti a lavorare quasi gratis», racconta don Rega.

Nel 2017 fa installare enormi impalcature a sostegno della navata centrale perché il rischio di crollo del soffitto affrescato è concreto e la Soprintendenza del Comune di Napoli non ha i fondi necessari per scongiurarlo; quindi lancia un appello anche alle istituzioni private perché l’obolo dei parrocchiani è generoso ma non sufficiente. Claudio D’Ambra, ingegnere e progettista strutturale, esegue i primi sopralluoghi ed evidenzia un quadro preoccupante: anche la cupola e l’intera chiesa sono in pericolo.

Indagini condotte con laser scanner ed endoscopio rivelano che il solaio di copertura della navata centrale che regge l’intradosso della volta affrescata da Solimena è fortemente deformato e le travi di sostegno cedono. Il primo intervento è dunque di consolidamento della volta pericolante della navata con la consulenza di Andrea Improta dell’Università Federico II. Segue il restauro degli affreschi diretto da Francesca Napolitano. L’ottantaduenne don Rega non si ferma: ora raccoglie oboli per restaurare anche la cupola.

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Tina Lepri, 19 novembre 2020 | © Riproduzione riservata

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