Sette vasi di girasoli di Van Gogh

Studio della poetica nella rappresentazione del fiore che per l'artista significava gratitudine

Per la prima volta i visitatori potranno vedere anche il retro dei «Girasoli»
Giovanni Pellinghelli del Monticello |  | Amsterdam

La versione del gennaio 1889 dei «Girasoli», non solo forse l’opera più nota di Vincent van Gogh ma anche icona della pittura del XIX secolo, è al centro della mostra «Van Gogh and the Sunflowers» al Museum van Gogh fino all’1 settembre. La mostra parte dallo studio della poetica dell’artista nella rappresentazione dei girasoli, che rappresentavano per lui «gratitudine» e «consolazione».

L’espressione di questo (fugace) momento di vitalità e perfino ottimismo prende corpo in sette versioni: quattro realizzate da Van Gogh nell’agosto 1888 (1. «Vaso con 3 girasoli» (F453), prima versione: fondo turchese, olio su tela, 73,5x60 cm, collezione privata statunitense sconosciuta, non più visto dopo la mostra di Cleveland nel 1948; 2. «Vaso con 5 girasoli» (F459), seconda versione: fondo blu reale, olio su tela, 98x69 cm, già nella collezione privata del miliardario giapponese Koyata Yamamoto
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