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Antonio Aimi
Leggi i suoi articoliDurante la prima tavola rotonda di Tenochtitlan, un nuovo convegno riservato agli specialisti della Mesoamerica destinato ad avere cadenza triennale, Leonardo López Luján, direttore del Proyecto Templo Mayor, ha dato la notizia che durante gli scavi nel cuore del centro cerimoniale dell’antica capitale azteca è stata rinvenuta una lastra di andesite di tre tonnellate. Rimuovendola è stato portato alla luce uno spazio con blocchi di pietra squadrati e un’offerta costituita da ossa di aquila, due crani di bambini tra i 5 e i 7 anni, incensieri, coltelli per il sacrificio, oggetti in oro e altro materiale. Liberando questo spazio, l’archeologo Tomás Cruz, ha individuato un tunnel, lungo poco più di otto metri, largo 45 cm e alto un metro e mezzo, che conduce al centro del Cuauhxicalco, una costruzione circolare di circa 16 metri di diametro e 2,50 metri di altezza, dove secondo le fonti etnostoriche gli imperatori aztechi si raccoglievano a digiunare e a fare penitenza e dove oggi si ritiene che fossero cremati i loro corpi.
Ma la cosa più interessante è che alla fine del cunicolo sono stati scoperti due muri di pietra, che sembrano chiudere l’accesso a due camere funerarie, che, secondo lo stesso Cruz, potrebbero contenere i resti di ben tre imperatori aztechi: Motecuhzoma il Vecchio, Axayacatl e Tizoc. È evidente, però, che l’ipotesi dell’archeologo riapre anche la questione del ritrovamento della tomba, non ancora individuata, di Ahuitzotl, della quale si è riferito più volte fin dal 2006, quando la scoperta della monumentale scultura della controparte femminile di Tlaltecuhtli, il dio della Terra, fece pensare che essa avesse proprio la funzione di ricoprire il luogo in cui il sovrano era stato sepolto. Infatti, considerando che il monolito di Tlaltecuhtli e il Cuauhxicalco sono a pochi metri di distanza e che quella sembra proprio l’area del Templo Mayor in cui si tenevano i rituali funerari riservati agli imperatori, appare plausibile ipotizzare che le loro tombe si trovino proprio lì. Quello che è certo è che a breve riprenderanno gli scavi.
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