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Silvano Manganaro
Leggi i suoi articoliTrastevere si sta sempre più configurando come polo dell’arte contemporanea a Roma. Se a nord di viale Trastevere H.H. Lim con la sua Edicola Notte e Lorcan O’Neill con l’omonima galleria hanno spostato altrove i propri interessi, lasciando sole la Fondazione VOLUME! e lo Studio Stefania Miscetti; a sud T293, Frutta, Gavin Brown e la Galerie Emanuel Layr, da poco inaugurata, stanno proponendo un programma di grande interesse.
In particolare, proprio Emanuel Layr, gallerista austriaco che nel 2016 aveva già sperimentato il contesto romano con un temporary space in via del Vantaggio, propone negli spazi di via dei Salumi, una personale di Anna-Sophie Berger (Vienna, 1989). In «New Words» questo il titolo dell’esposizione aperta sino al 22 luglio, la giovane artista residente a New York espone i risultati delle sue riflessioni sulla parola e sulla traduzione, partendo da quella personale visione del mondo che la curatrice Marianne Dobner ha definito «etica degli oggetti». Questi ultimi (a dominare lo spazio della galleria sono una gabbia e una catena), così come le parole, sono infatti per la Berger il veicolo per comprendere i comportamenti umani, essendo, dichiara l’autrice, «agenti estesi dell’intenzione, del desiderio, dell’amore e dell’odio».
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