La facciata del Museo Ginori

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La facciata del Museo Ginori

Sedici modelli relegati nei depositi Ginori

In attesa di riavere restaurato il suo museo la Fondazione Ginori va in trasferta con mostre che illustrino aspetti inediti del patrimonio

In attesa di riavere, restaurato, il suo museo, la Fondazione Ginori va in trasferta con mostre che illustrino aspetti inediti del patrimonio. «“La stanza dei modelli”. Sculture restaurate dal Museo di Doccia» a cura di Giulia Basilissi e Giulia Coco, con la collaborazione di Rita Balleri, Livia Frescobaldi e Oliva Rucellai, dal 18 dicembre al 18 giugno nella Villa medicea La Petraia, è dedicata ai modelli in cera, terracotta e gesso della Manifattura di Doccia.

Un giacimento di materiali poveri perlopiù relegati nel deposito del Museo e nel reparto modellazione dello stabilimento che costituisce il nucleo più nobile e caratterizzante dell’identità dell’impresa Ginori. Fu infatti il fondatore Carlo Ginori, nel 1753, a fare incetta di quei modelli dagli eredi dei maggiori scultori fiorentini dell’epoca tardobarocca salvandoli così dalla dispersione.

Il restauro di circa 44 modelli tra quelli più bisognosi d’intervento, perché deturpati da tagli, incollaggi e stuccature, è stato finanziato grazie alla raccolta fondi promossa da Artigianato e Palazzo in collaborazione con gli Amici di Doccia, e al sostegno della Regione Toscana. Le opere restaurate sono ora custodite in due luoghi non accessibili al pubblico: le cere in un ambiente climatizzato dello stabilimento Richard-Ginori, i gessi e le terrecotte nella Villa medicea La Petraia.

Sono stati scelti 16 pezzi che permettono di comprendere l’utilizzo dei modelli attraverso il confronto con l’esemplare in cera, la matrice in gesso e la versione in porcellana come nel caso di «Davide e Golia» di Giovan Battista Foggini.

La facciata del Museo Ginori

Laura Lombardi, 17 dicembre 2021 | © Riproduzione riservata

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Sedici modelli relegati nei depositi Ginori | Laura Lombardi

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