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Scavi in Palestra

Federico Castelli Gattinara

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È sorprendente che parallelamente alla mostra «Adriano e la Grecia. Villa Adriana tra classicità ed ellenismo» aperta fino al 2 novembre scorso, gli scavi effettuati in primavera e in estate nella cosiddetta Palestra, settore nord della Villa, abbiamo riportato alla luce straordinari pezzi grecizzanti ed egittizzanti quasi certamente di età adrianea

La testa attribuibile al Doriforo di Policleto,Gli interventi programmati per il triennio 2013-15, finanziati da Arcus, sono finalizzati essenzialmente alla conoscenza, fruizione e apertura al pubblico di un nuovo settore. In quest’ambito alcuni scavi, diretti da Zaccaria Mari, hanno messo in luce un complesso composto da una serie di subedifici disposti a ventaglio, una struttura particolare che al momento non si è in grado di classificare ma che ha restituito molti reperti di tipo egizio e greco, circa 200 tra statue e frammenti.

«Villa Adriana, spiega la soprintendente ai beni archeologici del Lazio Elena Calandra, non può mai essere ricondotta a un’unica matrice, ogni edificio è sempre una pluristratificazione. Per questo preferisco parlare di questo nuovo complesso, che ci restituisce materiali greci come accatastati (un butto?) ed egizi non in esatta posizione, come di una struttura polivalente, polifunzionale, come del resto tutti i complessi all’interno della villa».

I pezzi rinvenuti sono straordinari. In particolare una statua alta un metro e mezzo di Horus, il dio falco, modello ideale ma di dimensioni maggiori dell’Horus già in mostra, concesso dal Museo archeologico di Maratona e proveniente dal santuario degli dei egizi di Brexisa presso la villa di Erode Attico, amico ed emulo di Adriano.

Poi la testa attribuibile al Doriforo di Policleto, «un altro tuffo al cuore, dice Calandra, raffinatissima», certamente copia tratta da un originale in bronzo, come si evince specie dal trattamento dei capelli, con ciocche finissime che sembrano cesellate. Rarissimo il particolare dei denti visibili, eccezionalmente giovane, un po’ efebico, il soggetto ritratto.

E ancora un frammento di statua loricata, che in una villa imperiale non è affatto frequente, due gambe di tipo policleteo, una base ad ariete, un trapezoforo e altri frammenti più piccoli, i pezzi migliori (una decina) già restaurati ed esposti in forma permanente nell’Antiquarium del Canopo.

Federico Castelli Gattinara, 13 gennaio 2015 | © Riproduzione riservata

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Scavi in Palestra | Federico Castelli Gattinara

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