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Redazione GDA
Leggi i suoi articoliLeggero, come deve essere un libro su questo argomento, ma non superficiale, come è costume dell’autore: così si presenta Sorridere. La fotografia comica e quella ridicola, la nuova fatica editoriale di Michele Smargiassi, giornalista, appassionato di fotografia, conduttore di «Fotocrazia», il blog fotografico più noto d’Italia.
Fatica non è forse il termine corretto in questo caso, poiché Smargiassi sembra a sua volta essersi parecchio divertito. Strutturato in due grandi capitoli, il volume (introduzione di Stefano Bartezzaghi) affronta l’apparizione del comico in fotografia dalle origini ai giorni nostri, a partire dalla celeberrima formula «say cheese» che accompagna da tempi immemorabili (che l’autore fa risalire sostanzialmente all’apparizione della Kodak nella vita delle masse) ogni fotografia amatoriale che si rispetti.
Comico volontario e comico involontario, effetti casuali ed effetti ricercati, queste le categorie primarie sulle quali opera Smargiassi, avvalendosi dell’aiuto di grandi fotografi (in primis Robert Doisneau, Elliott Erwitt e Martin Parr, autentici campioni del genere) e di inconsapevoli protagonisti, cercando di svelare i meccanismi del «comico fotografico».
Sorridere. La fotografia comica e quella ridicola, di Michele Smargiassi (introduzione di Stefano Bartezzaghi), 112 pp., 80 ill. col. e b/n, Contrasto, Roma 2020, € 22,90
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