Sassi pulsanti e Andreotti volante

Massimo Melotti |  | Roma

Piero Gilardi (Torino, 1942) è stato uno dei protagonisti delle tendenze concettuali degli anni Sessanta non solo come artista ma anche come teorico. Dal 1967 al 1969 Gilardi viaggia per l’Europa e gli Usa come corrispondente di diverse testate d’arte. Comprende che la ricerca artistica si sta indirizzando verso ciò che lui definisce «microemotive art» e che si svilupperà in tutte quelle ricerche d’area concettuale, tra cui l’Arte povera, che caratterizzeranno gli anni successivi.

Il peso teorico di Gilardi si sentirà nelle mostre germinali del 1969: «When attitudes become form» di Harald Szeemann e «Op Losse Schroeven» di Wim Bereen, in cui fu coinvolto. Ma se le tendenze artistiche si affermarono, non altrettanto fu per l’aspetto rivoluzionario che Gilardi proponeva. Per il teorico-artista il processo creativo dell’arte doveva confluire in un’inventiva in cui il pubblico diveniva
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