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San Martino depredato

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Redazione GDA

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Alice Signaigo

Il Comune in cui risiedo, Borzonasca, in provincia di Genova, vanta numerosi tesori naturali non valorizzati come dovrebbero: le sorgenti di acqua minerale, la Roccia dei Marziani, il Volto megalitico. Tra tutti, mi sta particolarmente a cuore la Chiesa di San Martino di Liciorno, la prima chiesa parrocchiale della località Prato Sopralacroce, immersa nella foresta in un ambiente molto suggestivo. Di origine romanica, è situata lungo l’antico cammino romano che dalla frazione di Zolezzi portava a Vallepiana. Fu eretta da monaci benedettini dell’Abbazia di Borzone durante l’XI secolo allo scopo di offrire ospitalità a viandanti e pellegrini poiché da qui passava la Via del Sale.

Purtroppo nei corso dei secoli è stata oggetto di vandalismo e predazioni (i vecchi del paese raccontano che le lastre di ardesia del tetto sono state portate via per essere utilizzate come lapidi del cimitero), al punto che oggi dell'edificio non rimangono che il campanile, una porzione dell’abside e qualche residuo di muro. Da quando ho memoria, la chiesa è sempre stata abbandonata e anche se, di tanto in tanto, qualche volonteroso, come gli Alpini, viene a ripulirla e a dare un contributo personale alla sua conservazione, rimane sempre poco frequentata e minacciata dalla pur splendida natura che la circonda. Anche i miei amici ed io, come volontari, siamo di recente andati a pulire tutto il sentiero e a tagliare una pianta che incombeva sul campanile. Il mio sogno sarebbe però che tutti conoscessero e venissero a visitare questa bellissima chiesa, rimanendo affascinati, come succede a noi, dalla sua atmosfera mistica.

Redazione GDA, 15 settembre 2017 | © Riproduzione riservata

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