Giuseppe Mancini
Leggi i suoi articoliI cercatori di tesori continuano a far danni, anche quando le tombe che distruggono sono già state saccheggiate in tempi passati. A fare le spese della loro bramosia maldestra, a colpi di escavatrice, sono stati due tumuli di Sardis, antica capitale della Lidia in Turchia occidentale: due tra i 119 originari della vasta necropoli reale di Bintepeler («mille colline») in cui sono stati sepolti i sovrani locali.
Risalgono al VII-VI secolo a.C., ai tempi di Giges e Alyattes e poi del ricchissimo Creso, l’ultimo re sconfitto dai Persiani. Il più grande dei tumuli è alto 63 metri, tutti insieme formano un paesaggio fiabesco che Erodoto paragonò alle piramidi; tutta l’area fa parte di un parco geologico riconosciuto dall’Unesco, è zona vulcanica, e aspira a entrare nella Lista del Patrimonio dell’Umanità.
I 90 tumuli rimasti, tutti spogliati dei preziosi corredi funerari, non hanno ancora la necessaria tutela: ma le autorità locali hanno promesso controlli di polizia più frequenti, recinzioni e una numerazione per individuarli più facilmente.
Articoli precedenti
Dal 1961 nel sito opera la missione italo-turca dell’Università «La Sapienza» di Roma
La storia mondiale del museo (in tre tomi illustrati) è il risultato di decenni di ricerche dello studioso polacco Krzysztof Pomian
La «Rotta di Enea» è stata ufficialmente inserita dal Consiglio d’Europa tra i suoi itinerari culturali
L'architettura di età ellenistica della metropoli anatolica è stata ricostruita per anastilosi