Robert Adams interpreta il paesaggio americano
Alla National Gallery of Art di Washington oltre 175 scatti dell’autore statunitense raffigurano realtà antropizzate in continuo cambiamento
Come rappresentare un paesaggio sempre più antropizzato, che cambia continuamente sulla spinta delle mutazioni sociali ed economiche e per questo sempre più difficile da cogliere? «Silenzio americano: Le fotografie di Robert Adams» rende conto di questa complessità tramite le immagini di uno dei fotografi che ha segnato la riflessione sul paesaggio, Robert Adams (Orange, New Jersey, 1937).
Fino al 2 ottobre la National Gallery of Art ospita più di 175 fotografie realizzate dall’autore statunitense tra il 1965 e il 2015, divise in tre sezioni: «The Gift», «Our Response» e «Tenancy». Il percorso espositivo indaga il tema del silenzio, o meglio dei «due tipi di silenzio che ci definiscono», come scrive l’artista. Il primo è quello insito nella bellezza e nella maestosità della natura, contrapposto a quello che invece a volte cala davanti alle urgenti questioni ambientali contemporanee.
Le fotografie di Adams mostrano una grande varietà di soggetti (fiumi, praterie, oceani, cieli, ma anche i sobborghi americani, strade, case e negozi) delineando un nuovo tipo di paesaggio e di bellezza nel quale l’elemento naturale è affiancato e modellato da quello umano. «Le fotografie in mostra ci spingono a fare esperienza del senso di silenzio e di bellezza che la natura è in grado di ispirarci», afferma Kaywin Feldman, direttrice della National Gallery of Art, «e nello stesso tempo ci portano a interrogarci sulla nostra complicità silenziosa di fronte alla sua profanazione».