Roma. Il Parco Regionale Riviera di Ulisse istituito nel 2003 a Gaeta col compito di gestire tre aree protette si estende su 434 ettari terrestri e 101 ettari marini del basso Lazio.
Il 15 luglio nella sede dell’Iscr a Roma il commissario straordinario Gianni Francesco Mattioli ha lanciato un accorato appello per interventi immediati, dato il grave rischio di crollo delle eccezionali emergenze storico-archeologiche che insistono su quest’area. All’interno del parco il promontorio di Gianola, vicino a Formia, conserva una delle più antiche (I secolo a.C.) e importanti ville romane della costa, una lussuosa residenza marittima costruita su tre livelli ed estesa su quasi nove ettari. Tradizionalmente la proprietà si riferisce a Mamurra, amico e praefectus fabrum di Giulio Cesare, descritto da Catullo come avido, corrotto e dissoluto.

Una serie di scavi a partire dal 2007 hanno rivelato ulteriori ambienti, decorazioni anche ad affresco, centinaia di frammenti lapidei. Tra questi, nel misterioso quanto variamente interpretato edificio ottagono sulla sommità della villa, sono emerse di recente cinque belle teste (nella foto tre di esse) di personaggi maschili datate al II-III secolo d.C. e una serie di frammenti di soldati armati, cavalli e figure femminili riferibili a due sarcofagi ad altorilievo con scene di battaglia e mitologiche.
Le teste, tutte in marmo bianco lunense o pentelico, sono state ritrovate in un discreto stato di conservazione, pulite, ricomposte con resina epossidica e stuccature sottolivello, quindi esposte all’Iscr con gli altri frammenti in buona parte inediti, prima di trovare la loro definitiva collocazione nel Museo Archeologico Nazionale di Formia.
Tre di esse, della metà del III secolo, hanno indubbie affinità fisionomiche ed è presumibile che facessero parte di una «galleria di famiglia» della nobiltà locale.