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Rinascimento in Viola

Il videoartista in dialogo con i maestri

Bill Viola e Firenze è il ritorno in patria di un fiorentino d’adozione. Poco più che ventenne, infatti, tra il 1974 e il 1976, Viola fu direttore tecnico di «art/tapes/22», il centro di produzione e documentazione del video fondato e diretto da Maria Gloria Conti Bicocchi. Il primo choc causato dall’incontro tra l’arte contemporanea e quella del Rinascimento avvenne proprio in quel periodo, ma sarà «The greeting», l’opera video esposta alla Biennale di Venezia del 1995 e ispirata alla «Visitazione» di Pontormo, a svelare l’intensità del dialogo con la tradizione figurativa e che avrebbe caratterizzato tutta la successiva produzione dell’artista americano (1951). «Bill Viola, Rinascimento elettronico» («pittore elettronico» lo definì proprio la Bicocchi), a cura di Arturo Galansino (direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi) e Kira Perov (direttore esecutivo del Bill Viola Studio, nonché moglie dell’artista), è aperta dal 10 marzo al 23 luglio a Palazzo Strozzi.

La mostra abbraccia tutta la produzione di Viola, dagli anni Settanta ad oggi, mettendo in luce come le opere degli artisti del Rinascimento siano per lui modelli formali, da cui effettuare ironici prelievi citazionisti, e testi poetici a cui attingere per una ricerca sulla spiritualità (tra pensiero occidentale e orientale), sul rapporto dell’uomo con le forze della natura (sempre presenti i quattro elementi aria, acqua, fuoco, terra) e sulla circolarità di vita, morte e rinascita.

Le sale al piano nobile di Palazzo Strozzi accolgono opere come la citata «The greeting» a confronto con Pontormo, «Catherine’s room» a confronto con la predella di Andrea di Bartolo, «Emergence» con la «Pietà» di Masolino da Panicale, poi «The path» (ispirato alla «Leggenda di Nastagio degli Onesti» di Botticelli) e «The deluge» (posto a confronto con il «Diluvio» di Paolo Uccello) e due pannelli del ciclo di «affreschi in digitale» del 2004 «Going forth by day», fino a «Man/woman» del 2013, accostato ad «Adamo ed Eva» di Lucas Cranach, dagli Uffizi.

Ma anche laddove non vi sia un rimando specifico, il linguaggio antico ispira quella tensione a rendere visibile l’invisibile che era già presente nelle opere giovanili. Ritroviamo Viola in altri luoghi della città e del territorio: il Museo di Santa Maria Novella e gli Uffizi, dov’è esposto il suo «Autoritratto» donato qualche anno fa, a  Firenze, il Museo della Collegiata di Sant’Andrea a Empoli, il Battistero di San Giovanni e il Museo dell’Opera del Duomo.

Laura Lombardi, 09 marzo 2017 | © Riproduzione riservata

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Rinascimento in Viola | Laura Lombardi

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