Rimedi per guarire dai danni del passato

Al Centro de Creación Contemporánea de Andalucía (C3a) di Cordova un allestimento frutto della collaborazione con la fondazione Thyssen-Bornemisza Art Contemporary (Tba21)

Un particolare dell’installazione «Bowery Nation» di Brad Kahlhamer. Cortesia della Thyssen-Bornemisza Art Contemporary Collection, Vienna
Roberta Bosco |  | Cordova

Riparazione, guarigione e rigenerazione sono le parole chiave della mostra «Remedios: dove potrebbe crescere una nuova terra» (dal 14 aprile al 31 marzo 2024), frutto della collaborazione tra il Centro de Creación Contemporánea de Andalucía (C3a) di Cordova e la fondazione Thyssen-Bornemisza Art Contemporary (Tba21), creata dalla filantropa e collezionista Francesca Thyssen-Bornemisza nel 2002. La rassegna, che prende il titolo da un verso della poetessa mojave Natalie Diaz, riunisce opere e pratiche legate alla cura e alla rigenerazione del corpo e dello spirito, che invitano il pubblico ad avvicinarsi all’arte in cerca di rifugio, consolazione e pace.

«Rimediare non significa combattere i sintomi del disagio, ma lavorare in profondità sulle cause che lo generano. Il lavoro di riparazione e ricostruzione esige un impegno profondo e consapevole e la ferma volontà di ricomporre le fratture a beneficio collettivo degli umani, dei non umani e del pianeta», afferma Daniela Zyman, direttrice artistica di Tba21 e curatrice della mostra. Zyman ha selezionato opere di artisti che trasmettono lo spirito di quei guaritori, saggi e maestri, che hanno guidato politicamente, culturalmente e spiritualmente le loro comunità prima verso la consapevolezza e l’accettazione dei danni del passato e poi verso la riconciliazione e la celebrazione di un mondo rinnovato.

Per alcuni artisti la guarigione inizia dalla purificazione del corpo e dello spirito, dalle articolazioni del linguaggio, dei materiali e dei simboli sacri o dalla loro percezione del tempo e della storia. Altri rivolgono la loro attenzione al territorio, all’ambiente e agli ecosistemi delle rispettive comunità, dimostrando che non possiamo scegliere tra giustizia sociale e giustizia ambientale, perché entrambe si alimentano costantemente. Secondo Zyman, «in un mondo malato, l’arte ha la capacità di visibilizzare e intensificare contraddizioni e conflitti, quando la politica non vuole né riesce a farlo».

Gli artisti in mostra esplorano le nozioni di cura e rigenerazione attraverso opere di grande impatto visivo come la tenda da riunione, un kupixawa, creata dagli amerindi Huni Kuin in collaborazione con l’artista brasiliano Ernesto Neto, l’acchiappasogni di Brad Kahlhamer o l’altare di Yemayá di Courtney Desiree Morris. «Queste opere tracciano una traiettoria critica che collega l’ancestrale con il presente e aiutano a valutare la posta in gioco nelle lotte attuali. Sono fonte di forza e di ripresa di fronte all’angoscia collettiva provocata dalla profonda trasformazione dei rapporti economici, politici e tecnologici», conclude la curatrice. L’accordo a lungo termine tra il centro d’arte di Cordova e Tba21, che prevede il prestito di opere della collezione creata da Francesca Thyssen e l’organizzazione di programmi pubblici, è stato inaugurato ad aprile 2022 con la mostra «Futuri Abbondanti».

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