Raffaello fu avvelenato?

Un raccolta di saggi a cura di Pio Baldi e Alice Militello analizza e indaga le vicende relative alla morte del sommo artista da vari punti di vista

«Le Ossa di Raffaello» (1833) di Vincenzo Camuccini, Collezione Pontificia Accademia, Roma
Maria Grazia Bernardini |

Il 6 aprile del 1520 Raffaello morì, a soli trentasette anni. Fu un avvenimento tragico, che provocò costernazione e una grande afflizione tra i contemporanei, poiché scompariva uno dei grandi geni del Rinascimento, come attesta l’iscrizione posta sulla sua tomba: «Qui giace Raffaello, dal quale la natura temette mentre era vivo di esser vinta; ma ora che è morto teme di morire».

Giorgio Vasari riportò la cronaca di quei giorni: Raffaello era stato colpito da febbre «grandissima» dovuta ad «eccessi amorosi» e i medici gli praticarono un salasso («gli cavarono sangue») indebolendolo ulteriormente e portandolo così alla morte. Il racconto del Vasari ha lasciato perplessi gli studiosi, che da tempo avanzano diverse ipotesi. Per dare una svolta a tali ricerche è nato un progetto sostenuto dall’Università La Sapienza di Roma, dai Musei Vaticani, dalla Pontificia Accademia di Belle Arti e Lettere dei Virtuosi al Pantheon e dall’Accademia di Belle Arti di Roma, di cui si dà conto nel volume curato da Pio Baldi e di Alice Militello.

Il volume contiene numerosi saggi che analizzano e indagano le vicende relative alla morte del sommo artista da vari punti di vista. Alice Militello riporta la cronaca dell’apertura della tomba di Raffaello avvenuta nel 1833; Pio Baldi illustra il progetto che ipotizza tra l’altro la riapertura della tomba al Pantheon; Marco Bussagli individua il volto dell’artista nelle sue numerose opere mostrando così la trasformazione del suo viso attraverso gli anni, mentre Chantal Milani ricostruisce con le moderne tecnologie il suo volto. Silvia Ferino-Pagden si sofferma sull’ambiente romano intorno a Raffaello, sui rapporti tra Raffaello e gli artisti a lui contemporanei, tra i quali Michelangelo, Sebastiano del Piombo, Pinturicchio, Perugino, facendo emergere rivalità, invidie, contrasti.

In considerazione di un ambiente così conflittuale, della personalità ambiziosa di Raffaello e della strana coincidenza della morte del suo grande committente Agostino Chigi, avvenuta il 10 aprile 1520, quattro giorni dopo quella dell’artista, la studiosa non esclude che causa della morte possa essere stato un avvelenamento intenzionale.

È probabile che non si potrà arrivare alla verità, ma comunque la morte di Raffaello fu un evento di particolare rilievo, tanto che la mostra sull’artista che si tenne alle Scuderie del Quirinale nel 2020, in occasione del quinto centenario della sua morte, iniziò il percorso espositivo proprio con la tomba di Raffaello ricreata, come precisa Matteo Lafranconi, con un prodigioso fac-simile, e analizzata nel libro da Flavia Cantatore. 

Enigma di Raffaello. Fortuna, rivalità, contrasti: il mistero della morte del Sanzio,
a cura di Pio Baldi, Alice Militello, 240 pp., ill., Skira, Milano 2022, € 24

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