«Incoronazione della Vergine con le sante martiri Caterina d’Alessandria e Margherita d’Antiochia» (1814-1847 ca) attribuito a Goosijn van der Weyden (particolare) © Aguttes

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«Incoronazione della Vergine con le sante martiri Caterina d’Alessandria e Margherita d’Antiochia» (1814-1847 ca) attribuito a Goosijn van der Weyden (particolare) © Aguttes

Quello che ci ha intrigato nelle aste dello scorso mese

Redattori, corrispondenti, collaboratori e lettori di «Il Giornale dell’Arte» sono cacciatori instancabili che si aggirano ovunque nel mondo si possano scovare prede inedite e appetitose

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Redazione GdA

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La squisita Madonna fiamminga di Maria Luigia d’Austria, duchessa di Parma
Questo olio su tavola (72,4x64,2 cm) a uso devozionale privato raffigura l’«Incoronazione della Vergine con le sante martiri Caterina d’Alessandria e Margherita d’Antiochia». Alla maniera dei primitivi fiamminghi di un secolo prima, ma con dettagli rinascimentali, un tempo proposto come Maestro di Hoogstraeten (1475 ca-1530 ca), ora è attribuito al fiammingo Goosijn van der Weyden (1455/65-1538 ca), nipote del molto più importante Rogier van der Weyden (morto nel 1465). Sul verso quest’opera squisita reca il timbro della collezione di Maria Luigia d’Austria, seconda moglie di Napoleone e dal 1814 al 1847 duchessa di Parma, dove fu una grande sostenitrice dell’arte. Presentata all’incanto dalla casa d’aste parigina Aguttes il 28 marzo con una stima di 200-300mila euro, la tavola è rimasta invenduta, probabilmente a causa della notifica che le impedisce di lasciare l’Italia. Il dipinto è apparso per la prima volta sul mercato in una vendita di Sotheby’s New York, il 9 dicembre 1992, e da allora ha cambiato proprietà tre volte, l’ultima delle quali è stata l’attuale venditore, un collezionista torinese di pittura olandese e francese.
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Con Fishl, l’altro realista di Ammann
«La Lucha» (La lotta, 1988) di Bo Bartlett (Columbus, 1955), lotto 28 nella vendita online di Christie’s New York della collezione del gallerista svizzero Thomas E. Ammann e di sua sorella Doris, è stato venduto il 14 marzo per 201.600 dollari. Il dipinto (183x132 cm), raffigurante una donna che sorregge un operaio esausto, forse ferito, è affine ai dipinti del Realismo socialista e molto lontano dal canone contemporaneo. Il sito dell’artista parla infatti del rapporto di Bartlett con gli artisti americani del XIX secolo Thomas Eakins e Winslow Homer. È interessante che Ammann, specializzato in arte impressionista, del XX secolo, del dopoguerra e contemporanea, abbia scelto di acquistarlo. Il gallerista era famoso per il suo stretto rapporto con Andy Warhol e per aver trattato artisti astratti tra cui Cy Twombly, Robert Ryman e Brice Marden, un ambiente che non aveva niente a che fare con opere come «La Lucha». Ammann, tuttavia, vendeva i dipinti di Eric Fischl, uno dei pochi esponenti del Realismo allora ammessi nei salotti della contemporaneità, quindi forse si aspettava di fare lo stesso gioco di prestigio con Bartlett. Il gallerista è però scomparso prematuramente nel 1993.

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Lo scrittoio dell’editore
Carlo Mollino (1905-73) è la star internazionale del design torinese del dopoguerra, architetto del Teatro Regio, designer di mobili. Oggi è il beniamino dei collezionisti di design italiano: nel 2020 un suo tavolo da pranzo è stato venduto per 6,2 milioni di dollari. Aveva progettato questa complessa scrivania (66x208x123 cm) insieme a tutti gli altri arredi, per la casa editrice scolastica Lattes nel 1951-54, realizzata in due copie dagli ebanisti Apelli & Varesio. Venduta il 28 marzo 2023, lotto 23, dalla casa d’aste parigina Artcurial, con una stima di 250-350mila euro, la scrivania ha raggiunto 590.400 euro.
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La vongola cinese
Questa scatola d’argento a forma di vongola, larga 10,5 cm, finemente incisa con fogliame e uccelli su un fondo punzonato, risale alla dinastia Tang (618-907 d.C.). È il lotto 811 nella vendita del 23 marzo di Christie’s New York costituita di 138 pezzi consegnati da James Lally, che si è ritirato nel 2020 dopo 34 anni, durante i quali è stato considerato il più grande mercante americano di arte cinese. Il periodo della dinastia Tang è stato l’unico in cui i metalli preziosi venivano lavorati in Cina, dove trovavano rifugio orafi e abitanti dell’odierno Iran nel periodo sassanide in fuga dai conquistatori arabi. Scatole simili si trovano alla Freer Gallery di Washington DC e all’Art Institute di Chicago. Stimata 150-180mila dollari, ha realizzato 157.500 euro.
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Stile incerto, degenerato
Nel 1937, l’anno prima della sua morte, Christian Rohlfs ebbe l’onore di vedere ben 17 delle sue opere incluse nella mostra sull’«Arte degenerata» organizzata a Monaco di Baviera dal Partito nazista, che rimosse le opere incriminate dai musei tedeschi che le avevano acquisite. Rohlfs è in genere descritto come un espressionista, ma nella sua lunga carriera ha avuto molti stili, il che non sorprende visto che è nato nel 1849: romantico, impressionista e postimpressionista, futurista ed espressionista. La fama di un artista che non può essere etichettato, a meno che la sua genialità non sia comparabile a quella di Picasso, tende a soffrire (come ad esempio, André Masson e Picabia), ma Rohlfs è una figura rispettata, soprattutto nella sua nativa Germania. L’opera qui illustrata è un esempio sottile e meditativo di uno dei suoi stili. Dipinta due anni prima della morte e intitolata «Una luna visibile solo a metà» (58x44 cm), l’opera proviene dalla moglie dell’artista ed è stata esposta per la prima volta nel 1956 a Londra da Arts Council. Era il lotto 119 della vendita di Sotheby’s Parigi del 15 marzo della collezione del banchiere tedesco Robert Ehret e della moglie Helga, ed è stato venduto per 31.750 euro (la stima 20-30mila euro).

© Sotheby’s / ArtDigital Studio

© Christie’s Images Limited 2023

© Artcurial

© Christie’s Images Limited 2023

Redazione GdA, 14 aprile 2023 | © Riproduzione riservata

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