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- Federico Castelli Gattinara
- 10 ottobre 2016
- 00’minuti di lettura


Quartetto con mimi e performer
- Federico Castelli Gattinara
- 10 ottobre 2016
- 00’minuti di lettura
Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliIl percorso si apre con Zapruder, gruppo di cineasti (David Zamagni, Nadia Ranocchi e Monaldo Moretti) nato nel 2000 e scelto «per la forte inclinazione visionaria, gli aspetti performativi legati al teatro dell’assurdo e l’effervescenza del collettivo». Con «L’Invincibile», presentano un parallelepipedo dorato, sopraelevato ma accessibile, al cui interno è proiettato un video ispirato alle dodici fatiche di Ercole. La milanese Adelita Husni-Bey, classe 1985, che vive e lavora a New York e da anni si occupa di temi antropologici e sociali, espone «La Luna in Folle», un set con tre scene dove gruppi di teatranti recitano mini serie televisive mentre una telecamera rotante riprende attori e spettatori (le serie saranno poi visibili su tre monitor, al posto degli attori sul palco).
La torinese Ludovica Carbotta (1982), che oggi vive e lavora a Londra, porta al museo un nuovo capitolo di un suo recente progetto intitolato «Monowe», città immaginaria progettata per una sola persona, In questo caso, cui sovrappone alle strutture architettoniche del MaXXI quelle preesistenti della Caserma Montello (da lei ricostruite). Lo spazio diventa così il possibile museo della città di Monowe, che avrà un unico visitatore con facoltà di interagire con le opere, interpretato da un’attrice che periodicamente sposterà le opere stesse: si tratta di lavori storici, ma destinate al degrado, rifatte dalla stessa Carbotta. Il milanese Riccardo Arena (1979), chiude con «Oversealand», complessa installazione che nasce dalle sue ultime ricerche sul «cosmismo», movimento filosofico ottocentesco che coniugava tradizione spirituale russa a scienza e tecnica occidentali, con una forte spinta occultista.
La giuria composta da Hou Hanru, Matteo Garrone, Helena Kontova, Anna Mattirolo, Francesco Manacorda e Adelina von Fürstenberg a novembre proclamerà il vincitore, la cui opera entrerà nelle collezioni.
Dal 15 settembre al 30 ottobre da non perdere, nella stessa sede, «The Stars Were Aligned For A Century Of New Beginnings» di Basim Magdy, già presentata alla Kunsthalle di Berlino e curata da Britta Färber e Anne Palopoli. L’artista, nato nel 1977 ad Assiut in Egitto e che oggi vive tra Basilea e il Cairo, è stato nominato «Artist of the Year 2016» della Deutsche Bank. In mostra sono allestiti oltre 30 lavori tra film, proiezioni, foto, dipinti e installazioni degli ultimi dieci anni, una sorta di viaggio nel futuro che in realtà ci parla con ironia del presente e dell’alternarsi continuo in noi di speranze, utopie e sconfitte.