Qualcuno odia i restauratori?

Edek Osser |  | Roma

Un paio d’anni per definire l’elenco dei professionisti nei «beni culturali». E il paradosso di una legge inapplicata che continua a escludere i migliori 
Il percorso che dovrebbe finalmente portare l’élite dei restauratori italiani al riconoscimento giuridico della loro specializzazione si è trasformato in un inestricabile labirinto.
Le ultime notizie trapelano da una giungla burocratica sconosciuta, circondata dall’incertezza dei «si dice»: sembra di rivivere le cronache lontane di Henry Stanley per anni in Africa alla ricerca di David Livingstone scomparso nelle inesplorate foreste piene di ostacoli naturali e pericolose tribù. Anche i restauratori risultano sperduti tra ostili bandi di selezione mai conclusi, leggi non applicate e una misteriosa burocrazia imperscrutabile.

Bando di selezione

Le ultime notizie sono allarmanti. Si comincia dall’ultimo, definitivo bando di selezione, avviato dopo sei anni
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