Carlo Avvisati
Leggi i suoi articoliPompei (Napoli). Da domani torna visitabile un altro pezzo degli scavi di Pompei. Un intero quartiere, la Regio VIII, quasi sessantamila metri quadrati di domus private e edifici pubblici recuperati con i fondi del Grande Progetto Pompei tornerà a essere fruibile ai turisti. Non tutte le case potranno essere visitate a causa dell’antica e persistente penuria di personale di custodia, tuttavia alcune delle domus più significative resteranno aperte a rotazione, durante le prossime festività pasquali. Quasi certamente saranno accessibili le case «del Cinghiale», «del Gallo», della «Calce», «del medico» e della «Regina Carolina» e l'orto botanico
La Regio VIII, che sorge proprio accanto al Foro, è tra le aree più importanti della città. Delimitata a Nord e a Est dalle vie dell’Abbondanza e Stabia, la Regio è attraversata da un nugolo di stradine e vicoli dall’andamento irregolare a causa delle forti pendenze su cui si ampliò la città. Ingloba monumenti pubblici e domus private di particolare valenza per le tecniche di costruzione: le case infatti da un lato hanno ingresso, atrio e tablino sulla parte pianeggiante del ciglio collinare; dall’altro si affacciano per mezzo di terrazzamenti, logge e belvedere su quella che era la marina antica di Pompei e sul golfo di Napoli.
Tra le domus più interessanti la «Casa del Cinghiale» così detta per il bel mosaico, in tessere bianche e nere, di un cinghiale. Nella vicina casa di Olconio Rufo, tribuno e duoviro, sacerdote di Augusto e patrono della colonia, si conserva uno dei cicli pittorici più eleganti e belli di Pompei, con decorazioni che rimandano a personaggi mitici come Oceano e Sileno, Paride e Amore, Narciso che si specchia, Bacco e Arianna.
Altro monumento importante è il Quadriportico dorico, alle spalle dei teatri, che serviva come area destinata alle attività sportive e intellettuali dei giovani pompeiani. Gli affreschi, pitture in IV stile, rappresentano Marte, Veneree armi gladiatorie. In dieci celle del complesso, gli archeologi, all’atto dello scavo, scoprirono un’armeria completa fatta di armi gladiatorie, tra cui cinture di metallo e lo «spallaccio» (la protezione di ferro che cingeva la spalla del gladiatore) di un reziario.
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