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Angeli che soffiano nelle trombe in direzione dei dannati e dei beati, particolare della decorazione ad affresco di Pietro Cavallini (1293 ca) nella navata e controfacciata di Santa Cecilia in Trastevere a Roma

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Angeli che soffiano nelle trombe in direzione dei dannati e dei beati, particolare della decorazione ad affresco di Pietro Cavallini (1293 ca) nella navata e controfacciata di Santa Cecilia in Trastevere a Roma

Pittura medievale romana: il sesto volume

Contemplati 125 monumenti pittorici dal 1288 al 1431, tra grandi cicli e testimonianze più puntuali

Raffaella Giuliani

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Prosegue la pubblicazione della monumentale opera sulla pittura medievale a Roma con l’uscita del sesto volume. Serena Romano e Maria Andaloro da alcuni anni hanno intrapreso, grazie al finanziamento dei Fonds National Suisse de la Recherche Scientifique e per i tipi della Jaca Book di Milano, quest’opera titanica, che si snoda attraverso un doppio criterio analitico, quello cronologico del Corpus, che va dal 312 al 1431, e quello topografico dell’Atlante.

Il Corpus prevede l’uscita di sei volumi, di cui sono apparsi finora il primo, sull’orizzonte tardoantico (2006), il quarto, su riforma e tradizione (2006), il quinto su Duecento e cultura gotica (2012), e, da ultimo, il sesto, sull’apogeo e la fine del Medioevo (dicembre 2017), oggetto di questa scheda. L’Atlante, invece, analizza i documenti pittorici delle varie regioni in cui era divisa la Roma medievale in tre tomi, di cui è uscito finora il primo, su Vaticano, suburbio e rione Monti (2006).

Il sesto volume del Corpus è curato da Serena Romano, già professore di arte medievale all’Università di Losanna, coadiuvata dalle allieve Valentine Giesser e Daniela Sgherri. Romano introduce il volume con un saggio su lussi e miserie della città del papa. In apertura, la studiosa ne approfitta per ribadire il criterio ambizioso dell’opera: «rimettere a zero lo stato della ricerca e sottoporre a un vaglio millimetrico apparati e materiali che in condizioni normali si tende inevitabilmente ad accettare dagli studi e tradizioni precedenti». Del resto, i volumi finora usciti ci hanno già reso familiare l’acribia del metodo analitico perseguito dalle curatrici, che tutto verifica, filtra e controlla, e che fa del binomio Corpus/Atlante una pietra miliare imprescindibile negli studi sull’arte medievale.

Nell’ultimo volume pubblicato sfilano 125 monumenti pittorici dal 1288 al 1431, tra grandi cicli e testimonianze più puntuali, esaminati in altrettante schede curate da riconosciuti specialisti della materia. In appendice al volume, una catalogazione sintetica di ulteriori 33 opere. Lo studio del monumento si articola in una prima descrizione generale, comprensiva di un’edizione degli apparati epigrafici, quando esistenti, affidata a Stefano Riccioni. Seguono le sezioni: note critiche (dove si approfondisce lo studio, avvalendosi di materiali d’archivio e degli esiti di ricerche storiche condotte negli ultimi decenni), interventi conservativi e restauri (ove si dà conto, in ordine cronologico, di interventi i cui dati spesso sono rimasti inediti negli archivi delle istituzioni preposte alla conservazione e alla tutela), documentazione visiva (dalle prime testimonianze, in acquarelli, schizzi, disegni conservati in archivi e biblioteche, alle prime riproduzioni fotografiche e, da queste, alle campagne più recenti ad alta risoluzione, spesso alla base del ricchissimo apparato fotografico del volume), fonti storico letterarie e antiche descrizioni dell’opera d’arte e, infine, un’aggiornata bibliografia.

Il volume affronta un lasso temporale di circa un secolo e mezzo, denso di eventi epocali e segnato sullo scorcio del Duecento dall’affermarsi delle prime grandi personalità internazionali di artisti, successivamente da un periodo di vuoto politico e culturale per l’abbandono della sede papale, e poi dall’impresa di Oddone Colonna, papa Martino V, tutto  impegnato a restituire alla città eterna bellezza e prestigio, dopo l’onta dell’esilio avignonese, chiamando grandi artisti da fuori e rilanciando Roma con il ruolo da protagonista della dialettica artistica internazionale che le competeva.

Spiccano nella ricerca le figure di Jacopo Torriti, Pietro Cavallini, Giotto, Masolino da Panicale, Masaccio, Gentile da Fabriano, operativi nelle grandi basiliche pontificie e nelle chiese titolari, ma non mancano le tantissime testimonianze di scuola, che ci restituiscono l’immagine di un enorme cantiere romano organico e diffuso, sostenuto dall’iniziativa delle grandi élite politiche e culturali dei Savelli, dei Caetani, degli Orsini e dei Colonna. Oltre alla Romano e agli studiosi già menzionati, gli altri autori dei testi sono, in ordine alfabetico: Walter Angelelli, Giulia Bordi, Beatrice Cirulli, Andrea De Marchi, Felipe Dos Santos, Alberto Felici, Philine Helas, Giulia Kircoff, Matteo Mazzalupi, Ilaria Molteni, Arnold Nesselrath, Irene Quadri, Karina Queijo e Pietro Zander.

Apogeo e fine del Medioevo, la pittura medievale a Roma. Corpus, volume VI, a cura di Serena Romano, 495 pp., 550 ill. col., Jaca Book, Milano 2018, € 170,00

Angeli che soffiano nelle trombe in direzione dei dannati e dei beati, particolare della decorazione ad affresco di Pietro Cavallini (1293 ca) nella navata e controfacciata di Santa Cecilia in Trastevere a Roma

Raffaella Giuliani, 29 maggio 2019 | © Riproduzione riservata

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Pittura medievale romana: il sesto volume | Raffaella Giuliani

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