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Federico Florian
Leggi i suoi articoliDa kaufmann repetto è in corso, fino al 12 novembre, una personale dell’artista americana di stanza a Los Angeles Dianna Molzan, dal titolo «Earthquake Weather». In mostra una nuova serie di dipinti che gioca sul legame, spesso arbitrario, tra gesto e significato.
Quella della Molzan (1972) è una sorta d’indagine semiologica condotta attraverso la superficie pittorica. «Attribuire in modo erroneo una causa a un effetto, o scoprire un nesso o un significato in contingenze casuali e prive di senso succede spesso nella vita, e in particolare in questi dipinti», afferma l’artista.
Autrice di dipinti-sculture che rompono la convenzione del quadro come superficie piana, la Molzan complica le proprie tele inserendo elementi tridimensionali quali mensole e ripiani, o riducendo il supporto del dipinto a una griglia geometrica: una meditazione sul senso profondo del medium pittorico e sulle sue specificità.
La project room della galleria, nelle stesse date, ospita un progetto dello svizzero Nicolas Party (1980), autore di stranianti dipinti e pitture murali figurativi. I suoi coloratissimi lavori, dal sapore surrealista, sono pervasi di citazioni alla storia dell’arte (da Magritte ai post impressionisti alla Pop art) e rivelano la sua rara maestria tecnica.
Per l’appuntamento milanese Party ha trasformato la saletta in una cappella contemporanea, adornata con vivaci murales. Un progetto «decorativo», come ama definirlo l’autore, in cui «decorativo» diviene sinonimo di gioia, leggerezza e piacere estetico.
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