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Pistoletto al 100x100

Opere storiche e recenti da Christian Stein

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

In città va in scena «Scaffali», nuova serie di quadri specchianti mai esposti prima, mentre a Pero si ripercorre l’intero itinerario dell’artista piemontese (1933), dai primi anni Sessanta (l’Arte povera, di cui è stato uno dei protagonisti, era ancora di là da venire), quando realizzò i primi «Quadri specchianti» che, grazie all’inedita pratica dell’inclusione dello spettatore nell’opera, gli guadagnarono un immediato successo internazionale. Molti in mostra quei preziosi lavori, realizzati dal 1962 con carta velina dipinta e applicata su una lastra di acciaio inox, una tecnica alla quale, dal 1973, l’autore avrebbe sostituito la serigrafia su acciaio.

Non mancano, ovviamente, gli «Oggetti in meno» (1965-66), sorta d’incunaboli dell’Arte povera, il movimento che avrebbe preso corpo intorno a Germano Celant solo nel 1967. Di quell’irripetibile stagione sfilano a Pero la celeberrima «Venere degli stracci» (1967) e altre opere di pari forza iconica, alcune delle quali (da «Pietra miliare» ai lavori fatti di luce e di riflessi) presentate da Sperone a Torino nel 1967.

È del 1969, invece, il grandioso «Labirinto», proposto per la prima volta in quell’anno al Boijmans Museum di Rotterdam. Spettacolare, ed emblematica del rapporto che lo legò alla galleria Stein negli anni torinesi, è la sequenza delle 12 «Stanze» presentate tra il 1975 e il 1976, in altrettante mostre mensili, nella sede di piazza San Carlo: qui sono riproposte tutte insieme, in un cannocchiale ottico che enfatizza la dimensione temporale del lavoro. Chiudono questa rassegna di taglio e impegno museale i «Mobili capovolti», uno dei «100 progetti per 100 mostre» riuniti nel 1976 da Pistoletto nel suo «libretto giallo».

Ada Masoero, 10 luglio 2017 | © Riproduzione riservata

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Pistoletto al 100x100 | Ada Masoero

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