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Al Macro si aprono le mostre di Gea Casolaro, Alfredo Pirri e Pietro Fortuna
- Francesca Romana Morelli
- 07 maggio 2017
- 00’minuti di lettura


Pesci pacifisti, pensieri agitati
Al Macro si aprono le mostre di Gea Casolaro, Alfredo Pirri e Pietro Fortuna
- Francesca Romana Morelli
- 07 maggio 2017
- 00’minuti di lettura
Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliFino all’11 giugno è allestita «Con lo sguardo dell’altro», la più grande retrospettiva sinora dedicata alla romana Casolaro (1965), curata da Claudio Crescentini. Al principio della mostra un manifesto concepito per il progetto «Fuori contesto» in diverse città italiane, pone una domanda cruciale: «A che cosa starà pensando la persona accanto a te?» (2008). Da oltre vent’anni l’artista, che vive a Parigi, indaga sui meccanismi della percezione, dominati dalla soggettività dell’individuo e dai condizionamenti culturali e ideologici, e verificati nel corso di soggiorni dall’Argentina alla Sarajevo del dopoguerra, fino alla Nuova Zelanda, la terra più a sud della pianeta, ma anche attraverso incursioni nella storia sociale. Al Macro Testaccio sono allestite le opere di Pirri (1957) e del padovano Fortuna (1950), attivo tra Roma e Bruxelles.
La prima vasta antologica di Pirri, «I pesci non portano fucili», fino al 4 giugno, è curata da Benedetta Carpi de Resmini e da Ludovico Pratesi. È la tappa finale di un progetto partito nel novembre 2016 dallo studio-archivio dell’artista e dalla Nomas Foundation, comprendente anche un convegno al MaXXI tra arte e architettura, tema nodale nel pensiero dell’artista. Soggetto della mostra è la città-mare: spazio aperto e fluido, luogo di condivisione, reso concreto da un allestimento sfaccettato, scandito da un ritmo di fluidità e fissità.
Tra le cinquanta opere datate dagli anni Ottanta, «Passi» è un pavimento di specchi che si frantumano al passaggio dei visitatori, allegoria del trascorrere della storia. Curata da Piero Gaglianò, «S.I.L.O.S.» di Pietro Fortuna riunisce, fino al 7 giugno, un nucleo di opere nuovissime, incentrate sul processo ideativo a discapito della realizzazione concreta, rivendicando la facoltà dell’arte di essere improduttiva, pur rimanendo «profetica» del suo tempo.
Esemplare il video «Studio visit», un un inabissamento nel mondo interiore di Fontana. Infine, nella sede di via Nizza, dal 5 maggio all’11 giugno, è in corso «Otros sonidos, otros paisajes» una mostra a cura di Antonio Arévalo e Leandro Pisano, che presenta i sound artist cileni Fernando Godoy, Claudia González Godoy, Sebastián Jatz, Rainer Krause e Alejandra Pérez Núñez e le loro esplorazioni sonore dei paesaggi del Cile, dal deserto di Acatama alla Patagonia.