«Allo! I», 2012, di Luc Tuymans. Collezione privata. Courtesy David Zwirner, New York/London. Photo credits: Studio Luc Tuymans, Antwerp

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«Allo! I», 2012, di Luc Tuymans. Collezione privata. Courtesy David Zwirner, New York/London. Photo credits: Studio Luc Tuymans, Antwerp

Per Pinault, Luc Tuymans si ispira a Malaparte

Oltre trent’anni della produzione dell’artista fiammingo a Palazzo Grassi

«Si crede di lottare e di soffrire per la propria anima, ma in realtà si lotta e si soffre per la propria pelle. Tutto il resto non conta», scriveva Curzio Malaparte nel romanzo La pelle, pubblicato nel 1949. A questo libro si ispira il titolo della prossima esposizione di Palazzo Grassi, dedicata all’artista fiammingo Luc Tuymans (classe 1958). Curata da Caroline Bourgeois, curatrice della Pinault Collection, «La Pelle» (dal 24 marzo al 6 gennaio 2020) è la prima personale di Tuymans in Italia. Tra i lavori esposti anche «Le mépris» («Il disprezzo», 2015), unico lavoro su carta della mostra: l’opera rappresenta un dettaglio della villa che Malaparte fece costruire a Capri e che appare nell’omonimo film di Jean-Luc Godard.

Concepita in collaborazione con Luc Tuymans (già curatore della mostra «Sanguine» alla Fondazione Prada, conclusasi a febbraio), «La Pelle» presenta più di 80 opere realizzate dal 1986 ad oggi, esponendo oltre trent’anni della produzione dell’artista.

Come spesso accade in ambito contemporaneo, all’origine delle figure dipinte si celano fotografie realizzate dall’autore o tratte da riviste, cinema o internet. «La questione dell’immagine fonte riveste un ruolo centrale nell’opera di Tuymans, afferma Caroline Bourgeois; abbiamo svolto un vero e proprio lavoro pedagogico per spiegare l’immagine originale che sta dietro a ogni opera esposta». Autodidatta, Luc Tuymans usa la pittura come mezzo di distorsione del reale: oggetti, scene e volti sono estrapolati dal flusso contemporaneo e riprodotti in vesti rarefatte e ambivalenti.

«Non si diventa artisti per vincere. È piuttosto un modo di perdere, che è la cosa più importante», sostiene l’autore. L’ambiguità del potere è infatti un tema caro all’artista, che ha dedicato una serie di dipinti alla seconda guerra mondiale, recuperando gli album di famiglia dei militari nazisti e riproducendone le immagini che li rappresentavano in azioni innocue e banali. I temi affrontati nelle sue tele spaziano dalla sfera personale a vicende storiche.
La Pinault Collection si interessa all’opera di Tuymans da quindici anni, durante i quali ha riunito venticinque lavori dell’artista. «La Pelle» presenta opere appartenenti alla collezione dell’imprenditore francese e ad altre collezioni private, insieme a prestiti provenienti dai musei Smak di Gand e Mmk di Francoforte.

L’esposizione si inserisce nel programma «Carte blanche» che da otto anni la Pinault Collection rivolge agli artisti contemporanei nell’ambito di mostre monografiche, invitandoli a creare un’opera in dialogo con le sale di Palazzo Grassi.
Intanto alla Dogana...

Parallelamente alla personale di Luc Tuymans, Punta della Dogana (altro sito della collezione) presenta «Luogo e Segni», una collettiva che trae il titolo da un lavoro dell’artista torinese Carol Rama realizzato nel 1975, incluso nell’esposizione. Compongono la mostra opere di artisti quali Agnes Martin, Félix González-Torres, Rudolf Stingel, Anri Sala e Tatiana Trouvé, tutte provenienti dalla Pinault Collection. Curata da Martin Bethenod, direttore di Palazzo Grassi, e dalla curatrice indipendente Mouna Mekouar, l’esposizione (dal 24 marzo al 15 dicembre) è accompagnata da una serie di proiezioni e conferenze che si terranno nelle sale di Punta della Dogana e nel Teatrino di Palazzo Grassi, che dal 2013 completa la programmazione veneziana della Pinault Collection.

«Allo! I», 2012, di Luc Tuymans. Collezione privata. Courtesy David Zwirner, New York/London. Photo credits: Studio Luc Tuymans, Antwerp

Bianca Bozzeda, 22 marzo 2019 | © Riproduzione riservata

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