Per ogni secolo, una sala

La Pinacoteca Civica «Bruno Molajoli» ha riaperto con un nuovo allestimento

Uno degli affreschi duecenteschi esposti nella Pinacoteca Civica «Bruno Molajoli» di Fabriano
Stefano Miliani |  | FABRIANO (AN)

La Pinacoteca Civica «Bruno Molajoli» di Fabriano, con i suoi reperti medievali, ha riaperto dopo il lockdown con un rinnovato percorso cronologico e le pareti dipinte di grigio. «Un colore neutro che illumina le sale e dà risalto alle opere. Fanno eccezione un paio di dipinti e un crocifisso su un fondo blu cobalto», spiega Ilaria Venanzoni, assessore alla Cultura del Comune di Fabriano e archeologa della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle Marche.

«L’itinerario inizia con le opere più antiche, affreschi e sculture del Duecento. Ogni sala è dedicata a un secolo: la scuola pittorica fabrianese del XIV secolo; gli affreschi delle abbazie; il tardo Trecento e il Quattrocento; il Cinquecento della Controriforma e di Simone De Magistris; il Seicento con Orazio Gentileschi e il Settecento con Giuseppe Cades. E per un anno in deposito dalla Pinacoteca di Brera un dipinto del ferrarese Carlo Bononi, originariamente in un convento fabrianese», prosegue Venanzoni.

La raccolta è diretta da Francesca Mannucci: «Abbiamo dedicato l’ultima sala alla scultura lignea di fine Trecento, per la provenienza unitaria dei manufatti dall’oratorio dei Beati Becchetti. Da segnalare inoltre il ritorno di quattro arazzi fiamminghi del Cinque e Seicento (due ispirati a cartoni di Raffaello) restaurati grazie al finanziamento della Soprintendenza marchigiana». Immutata al piano terra la «Casa di Ester» con opere del Novecento italiano da Balla a de Chirico, a Manzoni, a Nunzio.

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