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Per andare a Roma si passa da Parigi

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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Il «Voyage à Rome» iniziato da Sotheby’s New York il 28 gennaio con l’asta della collezione privata di maestri italiani della fine del XVIII secolo (che aveva incassato poco più di 6 milioni di euro) si conclude il 4 maggio a Parigi, dove la «rievocazione» del Grand Tour in Italia si concentra sulle arti decorative neoclassiche dalla stessa collezione.

Pezzo forte è l’urna in marmo bianco, bronzo dorato e micromosaico (stima 150-200mila euro) di Giacomo Raffaelli, con le immagini di siti di Roma antica: il Colosseo, la Piramide Cestia, la Colonna Traiana e il Tempio di Vespasiano. Sempre in micromosaico i tre pannelli dedicati alla caccia al cervo, opera di Antonio Aguatti e Domenico Moglia (80-120mila).

Fra le sculture, i ritratti in terracotta di Ottone e Guido Visconti, commissione dei primi del ’700 dei marchesi Visconti di Brignano (a cui appartenne l’Innominato di manzoniana memoria) allo scultore lombardo Carlo Beretta (100-150mila); il Laocoonte in bronzo dorato, presumibile opera di Wilhelm Hopfgarten e Benjamin Ludwig Jollage (60-80mila), bronzisti prussiani attivi a Roma agli esordi dell’800 e collaboratori di Bertel Thorvaldsen, arricchito dal piedistallo in argento massiccio dell’orafo Filippo Ghirlanda, e il calamaio in porfido, vari marmi e bronzo dorato, opera di Francesco Righetti, 1820 ca (80-120mila), versione di quello del 1818 oggi a Pitti e copia di quello realizzato per papa Pio VI nel 1792 dall’orafo Vincenzo Coaci dell’atelier Valadier (Minneapolis Institute of Arts).

Nei dipinti (35-35mila euro l’uno) spiccano la «Veduta del Foro di Traiano» di Ippolito Caffi, 1832 ca, scandita dalla colonna e dalle cupole di Santa Maria di Loreto e del Santissimo Nome di Maria, e di Carlo Ferrarin la «Veduta del Campidoglio» del 1840, con il brulichio di figurine caratteristico dell’artista.

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 05 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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