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Penone e Pejrone per i pini di Villa Medici

Penone e Pejrone per i pini di Villa Medici

Federico Castelli Gattinara

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Dagli anni Novanta, racconta Françoise Laurent, architetto responsabile dei lavori e spazi verdi di Villa Medici, l’Accademia di Francia ha gravi problemi con la stabilità dei pini marittimi piantati nell’Ottocento da Jean-Auguste-Dominique Ingres, quando era direttore. Già otto sono crollati senza alcun preavviso, causando fortunatamente solo danni materiali.

Oggi, oltre agli annuali controlli e potature sulle 650 piante presenti negli otto ettari di parco, si è deciso di abbattere sette pini, compreso quello storico accanto all’obelisco, ben 35 lecci e vari olmi.

«È terribile ma è inevitabile, spiega la direttrice dell’Accademia Muriel Mayette-Holtz: ci vorrà qualche decina d’anni perché il giardino torni com’era».

La marcia funebre è appena iniziata e durerà circa un anno; il progetto scientifico per le nuove piantumazioni è affidato agli architetti paesaggisti Paolo Pejrone e Gerardo Fernández Medina. A esorcizzare la tristezza Villa Medici ha chiamato sette artisti, uno per ciascun pino che sarà tagliato: dopo l’installazione «Les témoins: i testimoni» del regista Simon Rouby, il 16 gennaio il primo intervento è stato dello scultore francese Sylvain Ristori, a cui seguiranno tra fine gennaio e inizi febbraio i borsisti Eva Jospin e Olivier Kosta-Théfaine, Giuseppe Penone e altri.
 

Federico Castelli Gattinara, 06 febbraio 2017 | © Riproduzione riservata

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Penone e Pejrone per i pini di Villa Medici | Federico Castelli Gattinara

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