Pellegrin tra il buio e la luce

Guerre e catastrofi, ma anche paesaggi estremi

Peshmerga curdi piangono la morte di uno dei loro compagni, 2016, di Paolo Pellegrin © Paolo Pellegrin / Magnum Photos
Federico Castelli Gattinara |  | Roma

«Paolo Pellegrin. Un’antologia», al MaXXI dal 7 novembre al 10 marzo, è la prima grande mostra che la città dedica al suo fotografo, classe 1964, in un’istituzione pubblica di livello internazionale. Tra i più importanti fotoreporter viventi, selezionato già nel 2001 e dal 2005 membro a pieno titolo di Magnum Photos, l’agenzia creata da Capa, Cartier-Bresson e altri e diventata la più famosa al mondo, Pellegrin, oltre a collaborazioni con testate del livello di «Newsweek» e del «New York Times Magazine», ha vinto dieci World Press Photo e altri prestigiosi premi, tra cui l’Eugene Smith Grant in Humanistic Photography e il Robert Capa Gold Medal Award, ed è anche «ambassador» di Canon.

Sedotto dalla complessità, ricchezza e terribilità della storia dei nostri tempi, il fotografo si è immerso nei teatri di guerra più feroci, dal Kosovo alla Cambogia, dall’Iraq a Gaza «dove credo di
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© Riproduzione riservata Un campo di sfollati interni nei dintorni di Maiduguri in Nigeria, nel 2017. © Paolo Pellegrin / Magnum Photos In estate, i combattenti dell'Isis incendiano i pozzi, nel tentativo di prevenire attacchi aerei nemici. Iraq 2016. © Paolo Pellegrin / Magnum Photos
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