Patzsch alla Pinakothek der Moderne

Una cinquantina di scatti del maestro della Neue Sachlichkeit ripercorrono la nascita del linguaggio fotografico al quale diede il proprio fondamentale contributo.

«Lubecca» (1927) di Albert Renger-Patzsch, pubblicata nel libro "Lübeck", Berlin (Verlag Ernst Wasmuth), 1928. AJW 5522. Archivio Albert Renger-Patzsch / Stiftung Anna und Jürgen Wilde, Bayerische Staatsgemäldesammlungen, Monaco. Riproduzione di Margarita Platis, Bayerische Staatsgemäldesammlungen. © VG Bild-Kunst Bonn 2022
Francesca Petretto |  | Monaco di Baviera

L’antologica «Albert Renger-Patzsch. I primi libri» che la Pinakothek der Moderne ospita dal 3 giugno al 25 settembre, è dedicata al maestro della Neue Sachlichkeit (Nuova Oggettività) e considerato dagli storici della disciplina uno dei più importanti protagonisti della fotografia anni ’20 e ’30. La collezione mette in mostra 50 scatti provenienti dall’omonimo Archivio presso la Fondazione Ann e Jürgen Wilde e altri documenti d’epoca che accompagnano il pubblico alla scoperta della nascita di un nuovo linguaggio fotografico cui Patzsch (1897-1966) diede il proprio fondamentale contributo.

Il suo nome è indissolubilmente legato a quello del suo libro illustrato Die Welt ist schön (Il mondo è bello) pubblicato nel 1928, con un apparato di oltre 100 fotografie di diversi soggetti (piante, persone, paesaggio, architettura, macchine e prodotti industriali), considerato il manifesto della Neue Sachlichkeit oltre che suo vero capolavoro. Concentrandosi sulle nuove possibilità tecniche del mezzo fotografico, il purista Renger-Patzsch seppe tradurle in un linguaggio mirante a catturare l’essenza delle cose fotografate.

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