Graziella Melania Geraci
Leggi i suoi articoliNapoli. Nemo propheta in patria, e Geppy Pisanelli, artista napoletano, lo ha capito tempo fa quando trasferitosi a New York ha iniziato subito a esporre presso la Kips Gallery mentre in patria non aveva avuto alcun riscontro.
Dal 2007 il pittore ha avuto una serie di personali e una mostra presso la Casa Italiana Zerrilli-Marimò della New York University, a giugno del 2015, che ne hanno innalzato le quotazioni e decretato il successo negli Usa.
Ora Pisanelli torna in Italia con «Passage», a cura di Paola De Ciuceis, presso il Pan, il Palazzo delle Arti di Napoli. La personale, voluta dalla Fondazione Mannajuolo e da Al Blu di Prussia, presenta fino al 28 febbraio oltre 40 tele, quasi tutte di grande formato, con un percorso espositivo che si sviluppa su nuclei tematici cari al pittore partenopeo.
Pisanelli possiede un tocco lieve e trasparente, la sua pittura nel ciclo «Passage» apre un universo di scatole interiori dove lo spazio lucido, di seta, s'illumina nella parte centrale e accompagna nel vuoto senza tempo fatto di blu, gialli, rosa, viola e arancioni. La solitudine però cerca un appiglio e appaiono nelle composizioni piccole architetture salvifiche come le zattere, strumento di salvataggio per eccellenza, in un mare interiore designato alla dissoluzione, o le tende, in cui trovare riparo in un deserto silente. Sono proprio queste architetture che rendono ancora più vibrante l’immensità in cui si rischia un inabissamento senza ritorno, un oblio rassicurante in cui il pittore sembra leggere in se stesso lontano dal clangore.
Fanno da controaltare i «Black Paintings», in cui il nero abbandona l’innato vuoto per assumere la veste della sostanza piena da cui spuntano elementi strutturali che portano verso l’elevazione; sono scale, altalene, torri e ponti dalle linee e dai particolari realistici e dalle atmosfere metafisiche. In questo ciclo Pisanelli sembra delineare una strada da seguire, tutta fatta in salita e sempre in solitudine come gli sguardi che lancia verso le albe e i tramonti che illuminano le sue «Clouds».
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