Parole volanti alla Osart Gallery

Linguaggio e scrittura al centro di una mostra dedicata a 5 artisti: Agnetti, Bentivoglio, Binga, Isgrò, Lai

«Libro dimenticato a memoria» (1970), di Vincenzo Agnetti. Foto: Max Pescio
Francesca Interlenghi |

Una riflessione intorno alla parola e alla scrittura è quella che Osart gallery propone fino al 23 dicembre con la mostra «Flying Words» dedicata a cinque artisti contemporanei, cruciali nel panorama delle ricerche «verbovisuali».

Le opere esposte, datate dalla fine degli anni ’60 in poi, sono quelle di Vincenzo Agnetti, con la sua abilità di equiparare l’arte al linguaggio e le proposizioni artistiche alle proposizioni analitiche, e di Mirella Bentivoglio, che nel 1978 curò la mostra «Materializzazione del linguaggio» per la Biennale di Venezia, trovando nel contesto femminile un comune denominatore alle sperimentazioni poetiche dell'epoca e insistendo sul rapporto tra la donna e il linguaggio.

A fianco, le parole desemantizzate di Tomaso Binga (al secolo Bianca Pucciarelli Menna), quelle cancellate per essere rafforzate o rievocate da Emilio Isgrò e quelle liricamente cucite di Maria Lai.

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