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Padri al Madre

Il genitore ha ispirato Cuoghi e Prina, in mostra con Guyton

Il programma del Madre per la primavera-estate prosegue con tre mostre. Dal 14 maggio all’11 settembre si tiene una personale di Wade Guyton curata da Andrea Viliani, che nel titolo, «Siamo arrivati», cita ironicamente lo slogan con cui MacDonald’s annuncia l’apertura di nuovi fast food in città.
La mostra presenta la ricerca che l’artista statunitense (Hammond, Indiana, 1972) conduce dall’inizio dello scorso decennio, riflettendo sul rapporto tra le immagini digitali, la loro veicolazione e le nuove dimensioni cognitive che esse producono. Riportando su tela o su altri supporti immagini e segni grafici precedentemente sottoposti a interventi (ad esempio con Photoshop) e utilizzando stampanti a getto d’inchiostro, Guyton rivela i codici, le modalità espressive, nonché le contraddizioni, i limiti e gli inganni della visione digitale, cavalcandone gli errori, le sbavature e gli imprevisti.
Le opere realizzate per la mostra a Napoli, risultato di una residenza dell’artista in città, presentano un inedito riferimento a motivi figurativi, derivanti dagli interventi di ingrandimento o riduzione dell’immagine fotografica di partenza. Nello stesso giorno si apre «English for Foreigners», personale di Stephen Prina (fino al 16 ottobre), a cura di Andrea Viliani. La mostra dell’artista statunitense (Galesburg, Illinois, 1954), propone un nuovo lavoro ispirato al viaggio compiuto da suo padre, che dall’Italia emigrò negli States. Attraverso opere di pittura, scultura, incisione, video, fotografia e performance, Prina ripercorre gli anni dal 1917 al 2017 ricostruendo tappe memoriali di una storia personale (il rapporto padre-figlio), che si rivela, da subito, paradigmatica di una vicenda politica, sociale e culturale che appartiene a tutto il secolo scorso. Prina arricchisce la vicenda biografica con riferimenti letterari e cinematografici (Cesare Pavese, Danièle Huillet e Jean-Marie Straub), aprendo quindi ai più generici temi della migrazione e dell’identità culturale.
La figura paterna ha rappresentato fonte di ispirazione per una famosa opera giovanile di Roberto Cuoghi, che assunse le sembianze del genitore. L’artista modenese (1973), protagonista anche al Padiglione Italia della Biennale di Venezia, dal 27 maggio al 18 settembre propone la mostra «PERLA POLLINA 1996-2016», a cura di Andrea Bellini e Andrea Viliani. Si tratta di una coproduzione tra Centre d’Art Contemporain di Ginevra, dove la mostra ha debuttato, Madre e Koelnischer Kunstverein, dove si trasferirà dal 14 ottobre al 17 dicembre. Sono allestite circa 70 opere, che riassumono vent’anni di lavoro. Il nonsense del titolo, generato dall’errore del correttore automatico del programma di scrittura, è esemplificativo della modalità di azione dell’artista che sperimenta materiali e tecniche, inventa soluzioni inedite, destruttura schemi e regole all’interno di una ricerca processuale che forza sempre i limiti del possibile, utilizzando il corpo come strumento preliminare per le sue opere.

Olga Scotto di Vettimo, 10 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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Padri al Madre | Olga Scotto di Vettimo

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