Ossimori ottuagenari alle Serpentine Galleries

Le personali di due artiste che hanno ridefinito i linguaggi della pittura e della scultura: Barbara Chase-Riboud e Kamala Ibrahim Ishag

Kamala Ibrahim Ishag. Foto: © Mohamed Noureldin Abdallah Ahmed. Cortesia Kamal Ibrahim Ishag
Federico Florian |  | Londra

Le Serpentine Galleries celebrano due artiste, entrambe ultraottantenni, che hanno ridefinito il linguaggio della scultura e della pittura: Barbara Chase-Riboud e Kamala Ibrahim Ishag. Nata a Filadelfia ma di stanza a Parigi sin dagli anni ’60, Chase-Ribaoud produce «un’arte dell’ossimoro», nelle sue stesse parole: le sue sculture combinano bronzo e alluminio con grovigli di lana e seta, nel tentativo di risolvere la dialettica tra materiali duri e materiali morbidi, tra forme leggere e forme pesanti.

Tentativo che tradisce un obiettivo ben più ambizioso: unificare forze contrarie attraverso il potere trasfigurante dell’arte. «L’uso del bronzo e dei tessuti, posti in relazione fra loro, sfidano le leggi della percezione in maniera simile alla scultura barocca», dichiara l’artista. In mostra presso la Serpentine North (dall’11 ottobre al 29 gennaio), una curata selezione di sculture di grandi dimensioni e lavori su carta dagli anni ’60 a oggi.

Cuore del progetto espositivo è un gruppo di lavori dalla serie «The Malcolm X Steles», dedicata all’attivista afroamericano; le accompagna un monumento di tre metri in tributo alla ballerina e attivista Josephine Baker, la prima donna nera a far parte del cast di una grande produzione cinematografica, e una coppia di sculture in memoria della grande regina d’Egitto Cleopatra.

In mostra alla Serpentine South dal 7 ottobre al 29 gennaio, la grande artista sudanese Kamala Ibrahim Ishag presenta dipinti e opere su carta dalle pennellate fluide ed espressioniste, il cui immaginario fantastico intreccia storie di spiriti, cronache di vite femminili e un avvincente spaccato della cultura sudanese. Tra i pezzi-clou, il recentissimo dipinto «Blues for the Martyrs» (2022), un omaggio alle vittime del massacro di Khartoum del 2019.

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