Giovanni Pellinghelli del Monticello
Leggi i suoi articoliNell’ambito della rassegna Ospiti inattesi, promossa fin dal 1996 dai Musei Civici d’Arte Antica-Istituzione Bologna Musei e intesa a valorizzare il patrimonio locale e sviluppare le relazioni con altre istituzioni museali italiane e internazionali tramite lo scambio di opere in occasione di prestiti per esposizioni temporanee, un celebre protagonista della pittura europea del Settecento visita per la prima volta Bologna: è il pittore e incisore inglese William Hogarth, di cui il Museo Davia Bargellini espone fino al 28 aprile il «Ritratto di signora in abito bianco e orecchini di perle», proveniente dal Musée des Beaux-Arts di Gand (Belgio).
Realizzato intorno al 1740, il dipinto ospite al Museo Davia Bargellini appartiene agli anni in cui Hogarth, dedicandosi alla ritrattistica, genere pittorico fra i più apprezzati dalla committenza britannica, sperimenta soluzioni innovative tese ad incontrare il favore dei suoi clienti della ricca borghesia inglese. Da qui il nuovo lessico di naturalezza delle espressioni, schiettezza, adesione alla realtà, assenza di piaggeria e di affettazioni retoriche. Così la posa e la resa fisionomica della signora protagonista di questo dipinto appaiono più intime e naturali rispetto ai contemporanei ritratti aristocratici del tempo.
Piuttosto rari, i ritratti di William Hogarth sono oggi per lo più raccolti in musei britannici o americani; un solo ritratto è conservato al Museo del Louvre e uno all’Alte Pinakothek di Monaco di Baviera. Pochi altri musei europei possiedono suoi ritratti e tra questi il Musée de Beaux Arts di Gand, dove il Ritratto di Signora pervenne nel 1911, come dono degli Amici del Museo, la potente associazione filantropica che determinò la qualità e la varietà delle collezioni d’arte della città fiamminga.
La presenza dell’opera a Bologna restituisce la cortesia del prestito al museo fiammingo per la sua mostra «Les dames du baroque. Femmes peintres dans l'Italie du XVIme e XVIIme» (chiusasi il 20 gennaio) di un «Ritratto di gentildonna» di Prospero Fontana (1512-97) e «Giuditta con la testa di Oloferne» opera della figlia Lavinia (1552-1614).
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